Categorie
Attualità Puglia

Dazi al 15%, la Puglia teme per le sue eccellenze: «Una sciagura»

L’accordo sui dazi raggiunto tra Stati Uniti e Unione Europea apre un nuovo scenario per le economie regionali italiane, in particolare per Puglia e Basilicata, territori fortemente legati all’export. La tariffa del 15%, che entrerà in vigore dal primo agosto, rappresenta una soluzione di compromesso: scongiurata la minaccia di un dazio del 30%, ma lontana da quella “aliquota zero” auspicata dall’Europa. Una tassa generalizzata sull’export verso il principale partner commerciale dell’Ue, che rischia di produrre effetti a catena su intere filiere, incidendo sui prezzi al consumo e sulla competitività delle imprese.

Il futuro

L’impatto è destinato a farsi sentire soprattutto nei settori ad alta incidenza sulle esportazioni pugliesi verso gli Usa: dai medicinali e preparati farmaceutici, all’automotive, fino al tessile. I rischi maggiori restano, però, legati all’agroalimentare. La Puglia, leader nazionale nella produzione vinicola con 1,4 milioni di ettolitri e 90mila ettari vitati, teme per il futuro delle sue eccellenze. Lo stesso vale per prodotti come olio e pasta, che rappresentano circa il 60% delle esportazioni verso gli Stati Uniti.

Ad aggravare il quadro per la Puglia è anche la situazione del settore tessile-calzaturiero. Fiore all’occhiello del Made in Italy, il comparto è già duramente provato da una congiuntura negativa. Nei primi sette mesi dell’anno il calo complessivo è stato del 10%. Le difficoltà non riguardano solo la domanda ma anche la carenza di personale qualificato e il pericolo di un’ulteriore contrazione degli ordini da parte dei grandi brand internazionali, molti dei quali affidano parte della produzione alle aziende pugliesi (soprattutto tra Barletta-Andria-Trani e Taranto).

Parla Fontana

È facile comprendere, quindi, la preoccupazione di Sergio Fontana, presidente di Confindustria Bari-Bat: «Noi siamo assolutamente contrari a qualsiasi forma di dazio, sono una disgrazia, noi siamo per il libero mercato. E quindi anche al 15% non ci fanno piacere. E le nostre imprese verranno penalizzate non solo dai dazi, ma anche dalla svalutazione del dollaro, un problema enorme che rende i nostri prodotti sempre più cari i nostri prodotti per il consumatore americano».

Secondo il leader degli industriali, in Puglia saranno molto colpite le imprese dell’agroalimentare, a cominciare da quelle che vendono all’estero olio e pasta. «Ci sono aziende che esportano fino al 20% negli Usa, in alcuni casi i dazi saranno un problema insormontabile – dice Fontana – Gli unici dazi che vorremmo avere sono quelli sociali, nei confronti di coloro che non rispettano i diritti dell’uomo, fanno lavorare i bambini e non permettono i sindacati, e i dazi ambientali, per coloro che producono creando problemi all’ambiente».

L’automotive

Per questo, la parola chiave è internazionalizzazione, aprendo nuove rotte commerciali. Un obiettivo condiviso anche dalla Basilicata. Qui, l’automotive pesa per l’80,9% sull’export e beneficia di un accordo che ha evitato rincari più pesanti. Ma l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Francesco Cupparo, invita alla prudenza: «Valuteremo con le imprese gli effetti dell’accordo, settore per settore. Agroalimentare e farmaceutico restano osservati speciali». La Regione punta a rafforzare i programmi di sostegno: dal piano di internazionalizzazione delle Pmi (5,5 milioni di euro) ai contributi per la partecipazione all’Expo di Osaka.

«Abbiamo evitato una guerra commerciale che avrebbe colpito soprattutto le nostre piccole imprese – spiega Cupparo – ma il lavoro di concertazione tra Regioni e Governo deve continuare». L’accordo sui dazi chiude, insomma, una fase di incertezza ma apre nuove sfide. La Puglia, con la sua varietà produttiva, e la Basilicata, concentrata su settori chiave, dovranno puntare su innovazione, qualità e mercati emergenti. L’auspicio resta, dunque, quello che il compromesso tra Usa e Ue possa trasformarsi in un’occasione di rilancio e non in una penalizzazione duratura.

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version