La Puglia continua a essere sotto la lente della magistratura e delle autorità anticorruzione. Negli ultimi cinque anni, tra il 2021 e il 2025, decine di amministratori pubblici, dirigenti e imprenditori locali sono stati coinvolti in indagini per corruzione, tangenti, appalti truccati e mala gestione dei fondi pubblici.
Il 2025, in particolare, ha confermato un trend preoccupante: secondo il dossier di Libera, la regione conta 110 persone indagate in procedimenti che spaziano dalla sanità alla politica elettorale, dai piccoli comuni ai grandi enti regionali, piazzandosi tra le prime tre regioni italiane più colpite.
Le inchieste rivelano che la corruzione in Puglia non è un fenomeno episodico: si tratta spesso di sistemi organizzati che legano pubblici funzionari, amministratori e imprenditori, con meccanismi consolidati di favoritismi e scambio di utilità.
I settori più colpiti sono la sanità pubblica, gli appalti e le opere pubbliche, la gestione dei fondi europei e nazionali, e perfino le consultazioni elettorali locali.
Tra i casi più rilevanti, nel giugno 2025, il comune di Gioia del Colle, in provincia di Bari, è finito sotto indagine per presunte tangenti in cambio di appalti pubblici. Tra gli indagati, il sindaco e altri sette soggetti, accusati di corruzione, falso e turbata libertà degli incanti. Le opere coinvolte includono anche la costruzione di una scuola primaria modulare, dove, secondo le accuse, le gare sarebbero state manipolate per favorire alcune imprese.
Poco più tardi, nel novembre 2025, altri comuni della Città Metropolitana di Bari sono stati segnalati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione per gravi irregolarità in un appalto finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per un importo complessivo vicino ai 4 milioni di euro. L’ANAC ha rilevato la stazione appaltante non qualificata e un progetto incompleto, confermando la vulnerabilità dei fondi straordinari a fenomeni corruttivi.
Non meno preoccupante è il fronte della sanità: a Bari, nell’autunno 2024, dieci arresti tra imprenditori e dirigenti dell’ASL hanno evidenziato un presunto sistema di tangenti per appalti di forniture e servizi sanitari. L’indagine riguarda anche dirigenti intermediari tra enti pubblici e imprese private, mostrando come l’asse dei favori possa estendersi a settori essenziali per la collettività.
La corruzione, però, non riguarda solo le gare e gli appalti: nel 2025 proseguono le indagini per corruzione elettorale a Grumo Appula e Triggiano, relative alle elezioni comunali e regionali del 2020 e 2021. Diciotto indagati, tra cui ex assessori regionali, avrebbero fatto parte di associazioni finalizzate a comprare voti, alterando così direttamente la rappresentanza democratica.
Negli anni precedenti, altre inchieste hanno coinvolto piccoli comuni della provincia di Lecce come Maglie, Ruffano e Sanarica, dove sindaci e imprenditori sono finiti sotto inchiesta per frodi, turbativa d’asta e corruzione in appalti per la manutenzione del verde pubblico. Parallelamente, la Corte dei Conti della Puglia ha evidenziato danni erariali consistenti, soprattutto nel settore sanitario e nella gestione di fondi europei, con obblighi di risarcimento per milioni di euro.
Questa lunga serie di indagini fotografa una regione in cui la corruzione assume molteplici volti: piccoli e grandi comuni, enti regionali, sanità pubblica, fondi europei, appalti e persino il voto elettorale. La lezione è chiara: non basta segnalare i casi, servono trasparenza, controlli sistematici e partecipazione civica per prevenire che i fondi pubblici diventino terreno di favoritismi e mala gestione. Il quadro 2025 conferma che la Puglia resta una delle regioni più sotto osservazione per corruzione, e che la sfida non è solo giudiziaria, ma di sistema, con ricadute dirette sulla fiducia dei cittadini e sull’efficacia della spesa pubblica.









