Aggiudicazione di appalti, concessioni di licenze edilizie, “mazzette” per finte vaccinazioni o titoli di studio falsi. E ancora lo scambio politico-elettorale di stampo mafioso. Sono i reati legati alla corruzione che più si ritrovano nelle inchieste condotte dalle procure italiane nel 2024. A censirle l’associazione “Libera contro le mafie”, che ha diffuso un aggiornamento dei dati, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2025, in occasione della partenza della campagna nazionale “Fame di verità e giustizia”, un percorso, da Nord a Sud, per rimettere al centro della dibattito pubblico l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti.
Il fenomeno
Scendendo nel dettaglio, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024 , Libera ha censito 53 inchieste su corruzione e concussione, oltre quattro inchieste al mese, e a indagare su questo fronte sempre caldo si sono attivate 29 procure in 15 regioni italiane. Complessivamente sono state 642 persone indagate per reati che vanno dall’estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, al voto di scambio politico-mafioso, all’abuso di ufficio (successivamente cancellato) e traffico di influenze. Le regioni meridionali comprese le isole “primeggiano” con 24 indagini in totale, seguite da quelle del Centro (15) e dal Nord (14).
Su base regionale, prima in classifica il Lazio con 11 inchieste, seguita da Campania con 10 inchieste, la Lombardia con 8, Sicilia con 5 e Puglia con 4. In queste regioni si concentra il 74% delle inchieste a livello nazionale. Ben 106 persone indagate sono nel Lazio, 82 indagati in Sicilia, seguita dalle Marche con 80 persone indagate di cui ben 77 persone indagate in una sola inchiesta su corruzione per finte vaccinazioni anticovid, 79 in Campania, dalla Lombardia con 72 indagati e dalla Puglia, a quota 64 (il 10% degli indagati su base nazionale).
La mappa delle inchieste e il numero degli indagati, per i quali vale la presunzione di non colpevolezza, è frutto di una ricerca avente come fonte lanci di agenzie, articoli su quotidiani nazionali e locali, rassegne stampe istituzionali, comunicati delle Procure della Repubblica e delle forze dell’ordine. Dati che dimostrano , secondo l’associazione contro le mafie, come la corruzione è la vera patologia nazionale.
I reati spia
«La storia del contrasto alle mafie è anche una storia di leggi pensate per colpire in modo sempre più efficace non soltanto i crimini violenti, ma anche i “reati spia” che aiutano la magistratura a individuare la presenza di reti mafiose: dalla corruzione al voto di scambio». La classifica nazionale, cambia se si considera questa tipologia di reati, che diventano più preponderanti al Nord. Più nel dettaglio, nel 2024 il dato complessivo dei reati spia in Italia è di 322.071, pari a 822 reati al giorno, 34 ogni ora. Il 50,4% dei reati sono concentrati al Nord, il 28,1% al Sud comprese le isole e il 21,4 % al centro.
Rispetto al 2023 si registra un aumento dei reati di riciclaggio di denaro (+15,3%) del reato di estorsione (+3,8%) mentre diminuiscono i reati di usura, di delitti informatici e truffe e frodi informatiche. Con 57.190 reati la Lombardia è la regione con il maggior numero di reati spia, seguita dal Piemonte (29.515 reati), Veneto (27.743), Campania con 27.119 ed Emilia-Romagna con 24.866. La Lombardia detiene il triste primato anche per i singoli reati di estorsione, delitti informatici e truffe informatiche. La Campania maglia nera per usura e riciclaggio di denaro.