Scoppia il bubbone dei consorzi di bonifica commissariati dalla Regione Puglia, Ugento Li Foggi, Arneo, Stornara e Tara e Terre d’Apulia, strangolati da una crisi di liquidità senza precedenti.
I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione di fronte ad una serie di criticità, alcune delle quali strutturali, per gli enti di bonifica previsti dalla Costituzione e per questa ragione “intoccabili”.
La situazione precipita col passare dei giorni tanto che entro pochi mesi, forse già prima dell’estate, i carrozzoni non saranno più in grado di pagare gli stipendi dei 380 dipendenti. Una lenta e silenziosa eutanasia con la Regione Puglia che resta misteriosamente a guardare alla finestra. Eppure pochi mesi fa l’assessorato all’Agricoltura annunciò l’imminente attuazione della riforma al palo dal 2017. Un disegno che prevede lo scioglimento dei consorzi commissariati per unificarli in un ente unico a livello regionale con fondi ad hoc ed interventi di riorganizzazione e razionalizzazione. Nessuno ha visto nulla se non l’aggravarsi del quadro finanziario e della situazione del personale. Mancano all’appello circa 130 operai con ripercussioni sui lavori di pulizia dei canali, di bonifica dei terreni e di manutenzioni ordinarie di infrastrutture al servizio dell’agricoltura. In questo quadro a dir poco complesso il consiglio regionale pugliese ha pensato bene di ridurre di ben cinque milioni di euro il contributo annuale ai consorzi che hanno ricevuto per tutto il 2023 nove milioni contro i 14 milioni dell’anno precedente. Un taglio lineare che, di fatto, ha bloccato l’avvio del piano di gestione di bonifica, lo strumento per riattivare i piani di classifica per sbloccare il pagamento delle cartelle per i 230 mila consorziati onde finanziare la gestione delle attività e gli stipendi del personale.
Al palo anche il piano delle manutenzioni straordinarie da circa 400 milioni di euro con soli 20 milioni, il 5% del totale, liquidati negli ultimi tre anni. In questi casi piove sul bagnato con l’aumento record della bolletta dell’energica che nel 2022 è schizzata di ben 12 milioni a seguito della crisi mondiale.
Un conto salatissimo che nessuno sa come pagare col rischio a breve di un distacco dei contatori. Per non parlare degli acquedotti rurali al servizio dell’irrigazione dei campi.
Le tariffe per l’acqua sono raddoppiate mentre gli enti di bonifica non sanno con quali fondi mandare avanti gli acquedotti. Nei mesi scorsi è stato predisposto il trasferimento degli impianti al legittimo proprietario, Acquedotto Pugliese, che si rifiuta di acquisirli. Insomma il caos più totale con i sindacati che hanno chiesto via lettera di essere ricevuti con urgenza dal commissario straordinario dei consorzi, dottor Ninni Borzillo.
Quest’ultimo da parte sua ha le mani legate in assenza di una presa di coscienza e di decisioni concrete da parte dei due assessorati delegati ai consorzi, agricoltura e bilancio.