Quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Scoppia l’ennesima polemica sulla gestione del «Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia» proprio mentre nelle case dei consorziati e nelle aziende agricole continuano ad arrivare le cartelle del famigerato tributo annuale 630. Il Consorzio è l’ente unico, creato nel 2023 dalla giunta regionale accorpando gli altri consorzi Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia poi soppressi. Un conto salato che, secondo gli agricoltori – il cantante Al Bano fra loro – non trova alcuna giustificazione nei servizi ricevuti: canali non manutenuti, terreni abbandonati, opere di bonifica ferme da anni.
E così mentre da un lato si chiede di pagare, dall’altro affiora l’ombra di un nuovo presunto spreco destinato a gonfiare un buco di bilancio da oltre 160 milioni di euro. A sollevare il caso è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Pagliaro, che torna all’attacco parlando di «brutta sorpresa sotto l’albero di Natale» per migliaia di agricoltori. Le ingiunzioni di pagamento del tributo 630, sostiene, rappresentano «un chiaro tentativo di fare cassa», a fronte di un’attività del Consorzio che continua a essere giudicata inefficiente e lontana dai bisogni reali del territorio.
Nel mirino è finita anche una delibera del commissario che prevede il noleggio di ben 98 Fiat Panda ibride Firefly per 48 mesi. Il costo è dettagliato: 248 euro mensili più Iva per ogni vettura senza pneumatici invernali, 263 euro più Iva con le gomme stagionali, per una percorrenza massima di 100mila chilometri a veicolo. Tradotto in cifre complessive, significa circa 25mila euro al mese per l’intera flotta, pari a quasi 294mila euro l’anno.
Il totale dell’operazione, dal 2025 al 2029, sfiora il milione e 450mila euro, inclusi gli adesivi gialli da applicare sulle carrozzerie. «Un’inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò», accusa Pagliaro, che parla apertamente di spreco e di un bollettino che continua ad allungarsi. Un paradosso, secondo il consigliere, se messo a confronto con le cartelle esattoriali che piovono sui consorziati e con interventi di bonifica che restano al palo. Pagliaro punta il dito anche contro la Regione, denunciando un «muro» alzato di fronte alle richieste di sospensione delle cartelle.
E non risparmia il Partito democratico, accusato di incoerenza per aver promesso in campagna elettorale l’azzeramento del tributo 630. Pagliaro annuncia che chiederà conto di tutto al neo presidente regionale Antonio Decaro e al futuro assessore all’Agricoltura. Sul tavolo resta anche la questione dei rapporti tra il Consorzio e l’ARIF, con il tema – denuncia Pagliaro – del conflitto d’interessi del commissario Ferraro anche direttore Arif che, continua a produrre distorsioni.









