Potrebbe esserci un gioco tutto politico per mantenere il controllo del futuro Consiglio regionale dietro la volontà di istituire la figura del «consigliere supplente». È scontro aperto, infatti, alla Regione Puglia sulla proposta di introdurre questa nuova figura, una modifica alla legge elettorale destinata a far discutere. La norma, che dovrebbe approdare in aula il 10 ottobre durante la seduta per l’approvazione del bilancio, prevede la possibilità per un consigliere, nominato assessore, di sospendere l’incarico e lasciare temporaneamente il posto al primo dei non eletti. Una misura che, secondo i calcoli, porterebbe il numero degli scranni da 50 a 58, con un aumento di spesa di circa 3 milioni di euro all’anno per gli stipendi dei nuovi entranti.
La modifica sarebbe inserita di soppiatto nel pacchetto di emendamenti collegati al bilancio di previsione, ma l’operazione è già finita nell’occhio del ciclone. A sostenere la proposta è stato, a sorpresa, il candidato del centrosinistra Antonio Decaro, che nel suo intervento alla Fiera del Levante ha dato il via libera alla riforma, «purché a invarianza di spesa». Una posizione che però, secondo le opposizioni, nasconde una strategia politica ben precisa. Il nodo, infatti, non è solo economico. Il consigliere supplente consentirebbe a Decaro di disinnescare l’overbooking nelle cinque liste che lo sostengono, dove si contano decine di candidati di peso rimasti in bilico.
Il ripescaggio dei primi non eletti permetterebbe di accontentare molti esclusi, blindando al tempo stesso gli equilibri interni della coalizione e arginando il rischio di un accerchiamento politico da parte del governatore uscente, Michele Emiliano. Ma sul provvedimento si è scatenato il fuoco incrociato di sindacati e opposizioni. L’Associazione della stampa di Puglia ha lanciato l’allarme: «Moltiplicare le poltrone a scapito del lavoro. Se i fondi dei gruppi consiliari verranno usati per coprire i costi della riforma, decine di giornalisti e collaboratori resteranno senza impiego». Il sindacato parla di «progetto di legge dubbio nella legittimità» e chiede che venga «accantonato subito», per non sacrificare posti di lavoro a tempo determinato «sull’altare della politica».
Durissimo anche il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, che accusa: «Il centrosinistra di Decaro vuole tagliare posti di lavoro per moltiplicare le poltrone e accontentare i trombati delle elezioni. È una vergogna senza precedenti». Perrini punta il dito contro l’emendamento inserito nel bilancio, che «riduce i finanziamenti ai gruppi consiliari, risorse con cui vengono assunti giornalisti, avvocati e collaboratori», e denuncia «un’operazione a legislatura scaduta che sarà impugnata dal Governo». Un boomerang politico che rischia di esplodere proprio nel momento più delicato della campagna elettorale.
Mentre il centrosinistra prova a serrare i ranghi, la proposta del consigliere supplente si trasforma in un caso politico e morale: una riforma che, tra nuove poltrone e vecchie tensioni, mette ancora una volta la Puglia al centro della bufera. Nel giorno stesso in cui l’Assemblea regionale siciliana approva a maggioranza (favorevole il centrodestra) il parere sul disegno di legge costituzionale – la Sicilia è una regione a statuto speciale con il suo Parlamento – relativo all’istituzione del Consigliere regionale supplente.