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Codice Interno, Giacomo Olivieri: «Mari non sapeva dei soldi. Mi avrebbe ammazzato»

Ignara, del tutto, degli accordi che suo marito avrebbe preso con i portatori di voti, di quel denaro che Giacomo Olivieri avrebbe promesso per farla eleggere in Consiglio comunale con la lista “Di Rella sindaco”. L’interrogatorio Durante le cinque ore di interrogatorio, dinanzi al gup del tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore, mercoledì scorso l’ex…

Ignara, del tutto, degli accordi che suo marito avrebbe preso con i portatori di voti, di quel denaro che Giacomo Olivieri avrebbe promesso per farla eleggere in Consiglio comunale con la lista “Di Rella sindaco”.

L’interrogatorio

Durante le cinque ore di interrogatorio, dinanzi al gup del tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore, mercoledì scorso l’ex consigliere regionale, in carcere dal 26 febbraio 2024 per voto di scambio politico-mafioso, non ha lesinato bordate politiche a chi, a suo parere, sarebbe stato il deus ex machina dell’operazione elettorale, cioè il Governatore Michele Emiliano (che ha già replicato, smentendo con fermezza la ricostruzione fatta da Olivieri), ma ha avuto anche cura di tirar fuori dalla vicenda sua moglie, coimputata, Maria Carmen Lorusso.

La difesa

«Mia moglie mi avrebbe ammazzato se avesse saputo dei buoni pasto e benzina», ha chiarito rispondendo alle domande dei pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, e poi dei suoi difensori, gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta. Lorusso, finita ai domiciliari per alcuni mesi con la stessa accusa, è ora libera e imputata nel processo con il rito ordinario.

I rapporti con i clan

Per quanto riguarda i rapporti con Gaetano Strisciuglio, figlio del boss del quartiere Libertà, Olivieri ha spiegato che gli fu presentato in un bar di Poggiofranco come custode del cimitero di Carbonara, «cercava lui un aggancio con me», ha assicurato.

Si incontrarono poi il 14 maggio 2019, ad una cena: «Strisciuglio mi chiese un posto fisso per la madre, aggiungendo poi che avrebbe potuto procurare 1.500 voti ma gli servivano almeno 20mila euro. Io vado in bagno, perché non lo potevo fare a tavola davanti a tutti, compilo un assegno post datato e poi in maniera riservata lo metto in tasca». Ma l’assegno gli sarà restituito: «Il giorno dopo mi dicono: devi dare qualcosa in contanti, ma io non vado a buttare soldi per persone che non conosco, e mi riprendo l’assegno. Io di Savino Parisi ho paura – ha aggiunto, ribadendo di non sapere che Tommaso Lovreglio fosse suo nipote.

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