C’è anche un giornalista, Nico Lorusso, redattore del servizio stampa della Giunta regionale della Puglia, tra gli indagati nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex dirigente della Protezione civile Mario Antonio Lerario, in carcere dal 23 dicembre scorso con l’accusa di corruzione.
Secondo quanto emerge dalle indagini, il giornalista avrebbe avvisato Lerario di un’indagine in atto mentre si trovava nella sua stanza. «Risulta che Lorusso è stato informato da una persona, che i finanzieri stanno ancora identificando, dell’esistenza di “cimici” in tre stanze degli Uffici della Regione. Così si esprime Lorusso comunicando con lo stesso Lerario: “Il decreto che disponeva la faccenda che una manaccia me l’ha dato… me lo ha fatto leggere… disponeva qui… e non ho capito bene in quale altro…quale altra stanza …boh”».
Stamattina, il personale del nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bari ha proceduto alla perquisizione nell’abitazione, nell’ufficio in regione e nell’auto del giornalista alla ricerca di computer, telefoni o quant’altro possa essere utile all’indagine. Lorusso è indagato per le ipotesi di reato di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio nonché favoreggiamento personale.
Il provvedimento è finalizzato all’acquisizione di elementi probatori utili alla compiuta identificazione di un pubblico ufficiale che avrebbe rivelato, secondo l’ipotesi accusatoria e allo stato delle indagini, al redattore l’esistenza dei dispositivi di captazione ambientale.
L’inchiesta è coordinata dal Procuratore capo Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli.