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Caso Lerario, agli atti dell’inchiesta anche i lavori a Borgo Mezzanone: «Furono illeciti e abusivi»

I moduli abitativi realizzati per gli immigrati di Borgo Mezzanone dentro le pozzanghere d’acqua. Approssimativi, quanto meno, i lavori svolti dalla Edil Sell, l’azienda di Luca Leccese, l'imprenditore foggiano “amico” di Mario Antonio Lerario. Questo è quello che ritiene l’accusa, che indaga sulle relazioni dell'ex capo della Protezione civile regionale, in carcere dal 23 dicembre…
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I moduli abitativi realizzati per gli immigrati di Borgo Mezzanone dentro le pozzanghere d’acqua. Approssimativi, quanto meno, i lavori svolti dalla Edil Sell, l’azienda di Luca Leccese, l’imprenditore foggiano “amico” di Mario Antonio Lerario.

Questo è quello che ritiene l’accusa, che indaga sulle relazioni dell’ex capo della Protezione civile regionale, in carcere dal 23 dicembre scorso per corruzione, per una tangente da 10 mila euro ricevuta proprio da quel Leccese. E nel fascicolo, ora, finisce una relazione redatta dall’ingegner Roberto Polieri, responsabile del procedimento, e inviata nei giorni scorsi all’attuale dirigente della Protezione civile (nominato dal governatore Emiliano dopo l’arresto di Lerario), Nicola Lopane.
Il tecnico, incaricato di valutare la correttezza di quell’affidamento e l’eventualità di una rescissione del contratto, elenca una serie di irregolarità, commesse a quattro mani, e che di fatto confermano il teorema accusatorio, sostenuto dai pm Alessio Coccioli e Roberto Rossi. Secondo gli inquirenti, infatti, Lerario avrebbe fatto numerosi affidamenti a ditte amiche, con appalti milionari, utilizzando il sistema del frazionamento per tenere quelle gare sotto la soglia minima prevista dalla legge ed effettuare meno verifiche. Come in questo caso. Ma, sostiene il tecnico che ha redatto la perizia, in maniera illecita e, in violazione anche delle norme imposte dall’Anac.
Si comincia dalle irregolarità a carico dell’imprenditore, constatate durante un sopralluogo sul cantiere l’11 gennaio scorso alla presenza del direttore dei lavori, l’ingegner Carella, del coordinatore della sicurezza, un tecnico dell’impresa, un rappresentante del subappaltatore nonché del legale della Edil Sell.
L’elenco delle anomalie comincia proprio con il piazzale senza le giuste pendenze tanto da formarsi grosse pozzanghere d’acqua piovana. I moduli abitativi (di cui non sono riportate le dimensioni) sono posizionati direttamente dentro le pozzanghere.
“La consegna dei lavori è avvenuta il 3 agosto – scrive il tecnico – e i tempi contrattuali sono di 115 giorni naturali e consecutivi, e pertanto l’ultimazione dei lavori doveva avvenire il 26 novembre 2021”. Il ritardo, ormai di due mesi, prevede già una penale di circa 119 mila euro, e altri 15 moduli non ancora forniti. Ma il tecnico si concentra anche su altri aspetti, che tirano in ballo direttamente Lerario.
E fa una ricostruzione delle modalità di affidamento: “La categoria prevalente è la fornitura dei moduli abitativi con importo superiore alla soglia comunitaria”. E poi: la qualificazione delle categorie fatta dall’impresa, secondo il tecnico è in violazione di numerose norme.
Dal verbale di gara del 28 luglio 2021, a seguito di 22 inviti risultano pervenute due offerte: (Costruzioni Generali Intini srl e Edil.Sell.A unipersonale srl) da cui si evince che il concorrente Edil Sell è l’aggiudicatario provvisorio”. Dopo soli due giorni, Lerario firma l’aggiudicazione in favore dell’azienda di Leccese, che offre un ribasso del 13,27 per cento, e quindi con un importo contrattuale di 2 milioni e 200 mila. Ma, a quanto raccontano le carte, non fornisce documenti per la verifica del possesso dei requisiti del codice degli appalti. Ma non solo. “Non risulta effettuata nemmeno una richiesta di comunicazione antimafia – scrive l’ingegner Polieri – considerato che la ditta non risulta iscritta nella white list della Prefettura di Foggia.
Il contratto d’appalto viene sottoscritto il 17 settembre, ma manca ancora qualcosa: “non risulta acquisito alcun titolo edilizio urbanistico per i lavori di realizzazione del piazzale comprensivi delle reti di fogna nera e bianca, di adduzione idrica e di fornitura di energia elettrica”. In sostanza, sono abusivi.
E ancora: manca la Scia prevista dal contratto ma, soprattutto, è irregolare l’affidamento in subappalto per la fornitura dei moduli, che invece compare negli atti. Quello che però conferma l’ipotesi della procura è scritto a chiare lettere: “non risulta effettuata la validazione del progetto da parte del precedente Rup” e, come afferma l’Anac, “per interventi di importo superiore a un milione e mezzo (come nel caso in parola) le funzioni di Rup, progettista e direttore dei lavori non possono coincidere.

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