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Le carceri pugliesi sono le più sovraffollate d’Italia: quasi il doppio dei detenuti in ogni cella

La Puglia si conferma la regione con il più alto tasso di sovraffollamento carcerario in Italia, con una percentuale che sfiora il 150 per cento. Secondo i dati aggiornati al 31 luglio, nelle undici strutture penitenziarie pugliesi si trovano 4.415 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 2945 posti effettivi. Circa il dieci per…
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La Puglia si conferma la regione con il più alto tasso di sovraffollamento carcerario in Italia, con una percentuale che sfiora il 150 per cento. Secondo i dati aggiornati al 31 luglio, nelle undici strutture penitenziarie pugliesi si trovano 4.415 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 2945 posti effettivi. Circa il dieci per cento della popolazione carceraria pugliese è composta da cittadini stranieri, mentre le donne sono “soltanto” 215.

Il sovraffollamento è comunque solo uno dei grandi mali che affliggono i nostri penitenziari, alle prese con carenze igienico-sanitarie, mancanza di supporto psicologico, assenza di progetti di inclusione socio-lavorativa e la cronica insufficienza di personale. Le maggiori criticità si registrano nella casa circondariale “Francesco Rucci” di Bari, una struttura realizzata oltre un secolo fa e poi inglobata dall’espansione urbanistica del capoluogo, dove si registra un costante situazione di tensione con due sezioni per detenuti del circuito di alta sicurezza dove si trovano clan opposti.

Nel carcere di Foggia ci sono oltre 670 detenuti (220 per cento di affollamento), e presta servizio un organico di polizia penitenziaria di 230 unità, previsto per non più di 360 reclusi. Il record di presenze spetta invece a Lecce, un istituto realizzato nel 1997 con una immensa struttura di 200mila metri quadri e un totale di 1.341 detenuti, a fronte di una capienza di 798 posti. Dati che rendono la casa circondariale leccese la più affollata d’Italia. Qui i carcerati sono rinchiusi in tre dentro celle da circa 10 metri quadrati; dormono in letti a castello (il materasso più in alto è a 50 centimetri dal soffitto), con una sola finestra e un bagno cieco spesso senza acqua calda. Condizioni simili vengono registrate anche negli istituti penitenziari di Taranto, Trani, Brindisi, Lucera, Turi e San Severo.

Ora il governo corre ai ripari stanziando 14,8 milioni di euro di fondi europei per il reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti, come annunciato dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. Una parte importante delle risorse è destinata alla lotta al sovraffollamento: ampliamento degli spazi all’interno delle carceri e quindi al miglioramento delle condizioni di vita di chi è recluso.

In cima alla lista degli interventi anche la sicurezza del personale e il contrasto alla diffusione incontrollata di droga e telefoni cellulari nelle celle. Basti pensare che solo a Bari dall’inizio del 2025 ne sono stati sequestrati ben ottanta. Proprio alla casa circondariale del capoluogo adriatico andranno ben tre milioni di euro. Una parte servirà alla ristrutturazione del braccio che in passato ospitava la sezione femminile, mentre in un’altra ala saranno avviati corsi per l’avviamento alla professione di panettiere e pasticcere, con la realizzazione di due forni. Tra gli altri progetti finanziati la produzione di libri tattili per bambini con disabilità nel carcere di Turi, pasta fresca nella casa circondariale di Lecce, corsi per estetiste e sarte nella sezione femminile di Trani.

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