Ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato Stefano Topputi, un finanziere imputato a Bari (all’udienza preliminare) insieme ad altre 13 persone con le accuse di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
La vicenda si riferisce all’indagine ‘Caporalis’ dei carabinieri, che ha svelato un presunto giro di sfruttamento dei braccianti nei campi del Sud est Barese e della bassa Murgia.
Nell’inchiesta sono coinvolti due presunti caporali, Maria De Villi e Vito Stefano De Mattia, che avrebbero reclutato braccianti agricoli (italiani e stranieri) con annunci su Facebook e in chat di Whatsapp, poi destinati al lavoro in campi tra Turi, Rutigliano, Acquaviva delle Fonti e Cassano Murge.
I lavoratori, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero stati pagati in nero e meno di cinque euro l’ora. I fatti risalgono al periodo tra maggio e luglio 2021 e nell’inchiesta, oltre ai due presunti caporali, sono coinvolti anche i titolari di aziende agricole del Barese.
Topputi non è uno di questi, ma è il proprietario del campo su cui sorge l’azienda della moglie ed è l’unico ad aver scelto il rito abbreviato. Le posizioni dei 14 indagati verranno discusse nella prossima udienza del 27 maggio.