Era dal 2018 che in Puglia non si registrava un numero così alto di lavoratori. Stando ai dati diffusi dall’Istat, il 2024 si è chiuso con 1 milione e 304mila occupati nel “tacco d’Italia”, 11mila in più rispetto all’anno precedente, con il tasso di occupazione che sale al 51,2% e il tasso di disoccupazione che scende, per la prima volta nella storia dell’economia pugliese, a una sola cifra: 9,3%.
Puglia al top tra le regioni del Mezzogiorno
Dai dati Istat relativi al mercato del lavoro (con la media storica che parte dal 2018 con i nuovi parametri) emerge che la Puglia fa registrare la performance migliore rispetto alla media del Mezzogiorno.
Il tasso di occupazione pugliese al 51,2%, infatti, stacca di quasi due punti percentuali quello del Mezzogiorno (49,3%), mentre quello di disoccupazione (9,3%) migliora di 2,6 punti il dato medio di Sud e isole (11,9%). E si tratta di una buona occupazione considerando che i tempi indeterminati – 783mila nel 2024 – superano di gran lunga quelli determinati – 200 nello stesso anno – facendo crescere di 10mila unità l’analogo dato del 2023.
Il “fenomeno” Bari
Numeri più che positivi fa poi registrare Bari che, con 122mila occupati e un tasso di occupazione al 59,7% (10 punti percentuali in più rispetto al 2018), vede scendere il tasso di disoccupazione al 5,1%, agli stessi livelli di Milano (5%).
Il capoluogo pugliese, dunque, rafforza il primato tra i grandi comuni del Mezzogiorno con un tasso di occupazione (59,7%) che lascia indietro di 8 punti percentuali la seconda classificata della stessa ripartizione, Catania, che pure vanta un tasso di occupazione del 51,7%.
I passi avanti di Bari mostrano una performance da gigante: il tasso di disoccupazione, a una sola cifra già dal 2020, anno della grande crisi pandemica, si è abbassato di quattro punti percentuali rispetto al 2023, (dal 9,1%, al 5,1%), in termini assoluti i disoccupati del 2024 sono la metà di quelli del 2023, e non certo perché abbiano smesso di cercare lavoro, visto che i numeri assoluti degli inattivi restano identici nei due anni.
«Puglia sempre più capace di attrarre talenti»
Per il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, i dati diffusi dall’Istat «sono l’attestazione di un miglioramento, ma anche lo stimolo a fare di più per consolidarli e per rendere la nostra regione ancora più attrattiva».
Il governatore pugliese ricorda che «siamo al lavoro per fare della Puglia un polo nazionale di innovazione, per stimolare le idee dei nostri giovani e trasformarle in imprese di successo su tutti i mercati e soprattutto per trattenerle in Puglia, dove sono nate e si sono formate grazie a un sistema dell’università e della ricerca che le ha nutrite e potenziate».
L’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, “lega” i dati Istat anche alle politiche di incentivazione promosse dalla Regione come Contratti di Programma, Pia, Nidi, TecnoNidi e altri «che hanno sostenuto e portato in Puglia imprese e innovazione e che hanno spinto l’occupazione: agli oltre 41mila nuovi occupati generati dagli 8,4 miliardi di investimenti della programmazione 2014-2020, già si aggiungono più di 3.500 nuove unità richieste per la realizzazione dei progetti della programmazione 2021-2027, partita da poco più di un anno».
Ora, assicura Delli Noci, «stiamo lavorando con tutti i Dipartimenti regionali, con Puglia Sviluppo e con le altre Agenzie e Società in house, con il partenariato sociale, il sistema universitario e quello bancario perché la Puglia diventi sempre più capace di attrarre talenti e di farli restare».