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Bari, uffici giudiziari a rischio paralisi: il presidente del Tribunale blocca l’App

Problemi tecnici e rischio ritardi e paralisi negli uffici giudiziari. Tribunali e Procure corrono ai ripari bloccando temporaneamente l’utilizzo dell’App Giustizia sul processo telematico entrata in vigore il primo giorno dell’anno dopo il via libera al decreto del 27 dicembre. Tra questi anche il presidente del Tribunale di Bari, Alfonso Pappalardo, che con un decreto…
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Problemi tecnici e rischio ritardi e paralisi negli uffici giudiziari. Tribunali e Procure corrono ai ripari bloccando temporaneamente l’utilizzo dell’App Giustizia sul processo telematico entrata in vigore il primo giorno dell’anno dopo il via libera al decreto del 27 dicembre. Tra questi anche il presidente del Tribunale di Bari, Alfonso Pappalardo, che con un decreto firmato nei giorni scorsi ha sospeso il processo penale telematico fino al prossimo 31 marzo.

«Concordo pienamente con l’iniziativa del Presidente Pappalardo peraltro, per quanto appreso da alcune testa giornalistiche, adottata anche presso altri Tribunali – spiega il presidente dell’ordine degli avvocati di Bari Salvatore D’Aluiso – non è possibile ipotizzare o, peggio, stabilire l’attivazione di un sistema senza verificarne prima la concreta funzionalità dipendente dall’adeguatezza delle strutture e dalla padronanza delle stesse da parte degli operatori con il serio rischio che possano verificarsi gravissime ed irreparabili conseguenze».

Le criticità

L’avvio del nuovo sistema digitale per atti e documenti giudiziari fin dal primo giorno è stato contraddistinto da difficoltà nella sua applicazione tanto che i presidenti dei Tribunali, da Roma a Torino da Milano a Napoli, Bolzano e Pescara, hanno disposto la sospensione dell’applicazione.

Una scelta condivisa a ruota anche dalla procura della Capitale, la più grande d’Italia, che ha imposto il semaforo rosso al suo utilizzo fino al 31 gennaio. I pubblici ministeri per i prossimi 23 giorni dovranno redigere e depositare gli atti in forma di documenti analogici e trasmettere con modalità non telematiche documenti, richieste e memorie.

Le altre procure

Il presidente del Tribunale meneghino, Fabio Roia, parla di “rischi” di rallentamento per “l’ordinaria attività processuale”. A Napoli, dove si è svolta una riunione con i capi degli uffici inquirenti, il tribunale ha sospeso l’applicazione fino al 31 marzo.

Stessa data per Genova dove i processi penali si svolgeranno con un doppio binario: si userà la modalità analogica se il sistema dell’App non funzionerà. Doppio binario per tutto il mese di gennaio anche ad Aosta. A Bologna sono state riscontrate criticità ma niente stop della App.

Dal canto suo il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, difende il progetto affermando che «è un problema che riguarda l’evoluzione tecnologica che cerchiamo di risolvere. Le cose non vanno male come sembrerebbe». Di tutt’altro avviso l’Associazione Nazionale magistrati per la quale è “disastroso” il bilancio del primo giorno dell’App.

«Avevamo lanciato un allarme pochi giorni fa e ora purtroppo vediamo i risultati in praticamente tutti i tribunali italiani: disagi e rinvii – afferma la vicepresidente dell’Anm, Alessandra Maddalena – un bilancio desolante: nei giorni in cui si vota un’inutile e dannosa riforma costituzionale diventa plastica l’assoluta indifferenza ai problemi reali della Giustizia».

I penalisti parlano di “inefficienze” di un sistema che «lungi dal semplificare il processo, lo complica».

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