Una nuova “encrochat”, analizzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari nell’ambito della maxinchiesta Codice Interno, è stata depositata nell’ufficio del gup Giuseppe De Salvatore, nell’ambito del processo, con il rito abbreviato, a 109 persone, tra le quali l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, accusati a vario titolo di voto di scambio politico-mafioso, estorsione, traffico di droga e armi, riciclaggio.
Le chat decriptate
Il 25 settembre scorso, i pm della Dda Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino avevano depositato un fascicolo contenente le trascrizioni di chat criptate, grazie a un software canadese, che la polizia giudiziaria era riuscita invece a decifrare (con l’aiuto delle autorità francesi e olandesi), e che aggiungono elementi preziosi alla ricostruzione di dinamiche criminali, accordi illeciti, infiltrazioni nel tessuto economico e amministrativo.
Uno dei capi d’accusa più pesanti è infatti quello che riguarda l’esteso controllo, da parte del clan Parisi, della municipalizzata Amtab, in particolare per le assunzioni. L’accusa aveva chiesto di ammettere agli atti dell’abbreviato anche quelle trascrizioni ma, su opposizione degli avvocati difensori, il gup Giuseppe De Salvatore le ha dichiarate inammissibili, riservandosi di rivalutarle al termine della trattazione.
La nuova conversazione
Adesso però agli atti del processo, se autorizzata dal giudice, potrebbe finire una nuova conversazione del 2020, quella in cui Filippo Mineccia, genero di Eugenio Palermiti, commenta l’apprensione del clan per l’approvvigionamento di droga dal Brasile, ad opera di Nereo Zanghi, uno dei destinatari della misura cautelare (costituitosi il 9 marzo scorso proprio perché era all’estero).
Zanghi è ritenuto affiliato a Giovanni Palermiti con il grado mafioso di “quarta”. Il rito di innalzamento col nuovo padrino sarebbe stato celebrato dal collaboratore Domenico Milella, alla presenza proprio di Giovanni Palermiti e Mineccia.
Il suo vecchio padrino, Risoli Romeo, è colpevole di aver disonorato il proprio padrino, Savinuccio, schierandosi, durante la guerra di mafia del 2017 a Japigia, col gruppo di Busco. La trascrizione andrebbe a supportare la contestazione di traffico di droga.
Le richieste di condanna
Mentre si attende da Roma che il ministro Matteo Piantedosi relazioni in Consiglio dei ministri sull’esito dell’ispezione condotta dai suoi 007 tra faldoni e atti del Comune di Bari, nelle prossime settimane i pm antimafia formuleranno le prime richieste di condanna, al termine della requisitoria iniziata già alcune udienze fa.
Si prevede che si terranno il 17 e il 22 gennaio, a conclusione dell’esposizione dei fatti, avviata dal pm Marco D’Agostino. Tra i 109, per i quali sarà chiesta la condanna, lo stesso Giacomo Olivieri, assieme ai due capiclan Eugenio Palermiti e Savino Parisi, con suo figlio Tommy.