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Bari, neonato morto nella culla. Ora interrogatori e accertamenti sui telefoni

Scorrono le immagini delle telecamere sui monitor della Squadra Mobile, e della mamma del neonato trovato senza vita, in quella culla abbandonata, non c’è ancora traccia. Ma, al momento, la ricerca di chi ha lasciato il bimbo in quella nicchia della chiesa di San Giovanni Battista al quartiere Poggiofranco di Bari, è secondaria rispetto a…

Scorrono le immagini delle telecamere sui monitor della Squadra Mobile, e della mamma del neonato trovato senza vita, in quella culla abbandonata, non c’è ancora traccia.

Ma, al momento, la ricerca di chi ha lasciato il bimbo in quella nicchia della chiesa di San Giovanni Battista al quartiere Poggiofranco di Bari, è secondaria rispetto a quella di verità sulla morte.

I dubbi

Il procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis, che coordina il lavoro degli agenti della Mobile (diretti da Filippo Portoghese), ha visto quel corpicino, ritrovato giovedì mattina dal titolare di un’azienda di pompe funebri, che mostrava con orgoglio ad alcuni colleghi il miracolo della culla per la vita.

E ora non intende sorvolare su nulla, nell’individuazione di quelli che, a vario titolo, possono essere responsabili del suo decesso. Per questo ha aperto un fascicolo di reato, a carico di ignoti, per “abbandono di minore, con l’aggravante della morte”, ma non si esclude che possa iscrivere altri reati.

Qualcuno ipotizza che il bimbo sia arrivato già morto, ma è una possibilità al momento residuale rispetto a quella che lo vede morire di inedie, al freddo gelido di una culla che non si è riscaldata e non lo ha protetto.

A sciogliere il dubbio sarà l’autopsia sul cadavere, che sarà effettuata nei prossimi giorni dal medico legale intervenuto sul posto, il professor Biagio Solarino. L’incarico gli sarà conferito, appena sbrigati altri atti, dal procuratore Angelillis.

Il meccanismo

Il fulcro dell’inchiesta, al momento, è proprio il meccanismo finora utilizzato per quella culla, che non si sarebbe attivato. In sostanza, non sarebbe arrivato l’allarme sul telefono cellulare del parroco Antonio Ruccia, ancora fuori Bari, né avrebbe funzionato il sensore che attiva il riscaldamento alla culla.

Di conseguenza, il prete non avrebbe acceso la telecamera. Un malfunzionamento, allora, che aveva già un precedente, solo due settimane prima, quando un tecnico era stato chiamato in parrocchia per ripararlo. Parte da questo elemento, uno dei bandoli della matassa, l’approfondimento degli inquirenti, che per vederci chiaro si baseranno anche su una consulenza.

Secondo don Marco Simone che in questi giorni è al lavoro nella chiesa, i tecnici dell’Enel sarebbero intervenuti per brevi blackout tra il 12 e 14 dicembre, ma dal 14 il rifornimento di elettricità è stato regolare.

Gli interrogatori

Nei prossimi giorni, al suo rientro a Bari, gli inquirenti interrogheranno don Antonio Ruccia, e non si esclude che vengano eseguiti accertamenti più approfonditi sul suo telefono cellulare, proprio allo scopo di escludere definitivamente che l’allarme sia suonato.

Ma il parroco non sarà l’unico ad essere sentito dagli agenti della Mobile e dal procuratore Ciro Angellillis. Sotto la lente degli inquirenti anche i tecnici che avevano già eseguito l’intervento e che, in teoria, avrebbero dovuto garantire il corretto funzionamento salvavita.

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