Categorie
Politica Puglia

Bari-Bitritto, la tratta è già un flop. Spesi 120 milioni per 11 passeggeri

È impietoso, purtroppo in senso negativo, il bilancio della tratta ferroviaria Bari-Bitritto, inaugurata circa un anno fa dopo un’odissea di oltre 40 anni e 110 milioni di euro di spesa.

A discutere del resoconto ieri, i vertici di Trenitalia e Rfi, il sindaco di Bitritto Giuseppe Giulitto, l’assessore alla Mobilità di Bari Domenico Scaramuzzi, tecnici ed esperti su invito dell’assessora regionale ai trasporti Debora Ciliento.

Da gennaio a dicembre 2024 a bordo dei nuovissimi treni Jazz ipertecnologici (16 in andata e 16 al ritorno) hanno viaggiato 134.784 passeggeri, con una media settimanale di 2.592 e giornaliera di 432, a fronte di un’offerta quotidiana di 11.900 posti (216 a sedere, 372 totali per treno) e settimanale di 71.424 che sale fino 3,7 milioni di posti annuali.

In sostanza l’indice di utilizzo del treno Bari-Bitritto s’è attestato attorno al 3,6%. Sulle carrozze hanno spesso viaggiato, quasi in solitudine, 11 o 13 viaggiatori con picchi durante l’estate e durante le festività natalizie.

Numeri a dir poco deludenti, insomma, che tratteggiano i contorni di un vero e proprio disastro, per alcuni versi annunciato, considerando anche il rimborso da circa 12,5 milioni l’anno che la Regione Puglia verserà a Trenitalia fino al 2032: un finanziamento pubblico ricevuto fra l’altro con affidamento diretto, senza gara, dopo un duro scontro con gli altri gestori e coda giudiziaria nei tribunali.

Da qui il vertice “riparatore” di ieri a caccia di soluzioni e contromosse per ottimizzare la tratta destinata inizialmente a un bacino potenziale di 400mila abitanti.

I problemi

In realtà a scoraggiare l’uso del treno c’è la presenza di una massiccia offerta su gomma con gli autobus inseriti agli stessi orari dei 32 collegamenti giornalieri e orari del servizio Sita che coprono dalle 5.35 del mattino alle 22.10 con circa un centinaio di corse .

A ciò si aggiungono la difficoltà di accessibilità alla stazione di Bitritto, costruita in piena periferia, orari spesso non adeguati alle esigenze dell’utenza che preferisce l’alternativa dell’auto o del pullman. Fra le ipotesi circolate nel vertice c’è quella di interrompere il servizio bus per obbligare i cittadini all’uso del treno.

Le reazioni

Dopo la riunione Trenitalia ed Rfi non hanno rilasciato dichiarazioni. Il sindaco Giulitto, invece, ha sottolineato che, a dispetto dei dati, gli abitanti di Bitritto, sondati con un questionario, si sono detti soddisfatti della tratta che, fra l’altro, ha fra le sue caratteristiche positive quella della puntualità.

Il primo cittadino ha proposto fra i correttivi quello di prevedere più corse negli orari serali, fino alle 23. L’assessora Ciliento, dal canto suo, parla di un resoconto atteso condizionato da diversi fattori. A partire da quello culturale – si preferisce il pullman o l’auto ritenute più comode – ma con la convinzione di portare avanti le linee ferroviarie per ridurre l’inquinamento e l’incidentalità.

Da qui l’esigenza di pubblicizzare meglio la linea, potenziare le infrastrutture fra le stazioni interessate alla linea.

La cattedrale nel deserto

Compiti a casa, in sostanza, per provare a rimediare a quella che a oggi sembra l’ennesima cattedrale nel deserto. Basti pensare che la metropolitana leggera, il collegamento rapido iniziale, era destinato a collegare le zone del Policlinico, dello stadio San Nicola, di Carbonara e di Loseto.

Il primo progetto fu elaborato nel 1986 e presentato la prima volta nel 1990 dalle Ferrovie Calabro Lucane. I lavori di costruzione partirono, nonostante nelle previsioni iniziali l’impianto avrebbe dovuto essere approntato nel quadro delle opere per i campionati mondiali di calcio del 1990, e si interruppero nel 1998 senza che fosse effettivamente realizzato il collegamento lato Bari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version