Per contrastare la diffusione dell’influenza aviaria di tipo A, sottotipo H5N1 ad alta patogenicità, la Regione Puglia ha istituito nel leccese una zona rossa con epicentro a Lecce. Diffuso per un raggio di 10 km, comprende anche i comuni di Calimera, Castrì di Lecce, Cavallino, Caprarica di Lecce, Lizzanello, Melendugno e Vernole. Disposto, inoltre, l’abbattimento in loco di tutti i volatili presenti negli stabilimenti dove si è sviluppato il focolaio entro 24 ore dalla notifica, sotto il controllo dei servizi veterinari della Asl di Lecce, con successive operazioni di pulizia e disinfezione dell’allevamento infetto.
La Asl effettuerà sopralluoghi settimanali presso tutti gli allevamenti avicoli commerciali e non commerciali della zona per sottoporre ad esame clinico il pollame e gli altri volatili in cattività e il prelievo di campioni su animali morti o moribondi per successivi esami di laboratorio.
«La situazione è abbastanza tranquilla – commenta Alberto Fedele, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Lecce – i servizi sanitari hanno funzionato, in particolare i servizi veterinari sono stati molto efficienti e quindi sono stati abbattuti gli animali infetti e la situazione sotto controllo e la sorveglianza continuerà per il prossimo mese. I servizi veterinari sono ancora più impegnati nel controllo degli animali che possono essere suscettibili nell’area di protezione per verificare eventuali nuovi casi, e poi c’è tutto il controllo sulla filiera alimentare, per cui possiamo rassicurare i consumatori che gli alimenti in vendita negli esercizi commerciali sono sicuri. Soltanto una raccomandazione per tutti coloro che in questo periodo gireranno nel Salento, soprattutto per i cacciatori: se qualcuno dovesse trovarsi di fronte a carcasse di uccello o altro, è obbligato a non toccarle, ma deve chiamare immediatamente i servizi veterinari».
L’ordinanza della Regione Puglia ha così perfezionato il già funzionale sistema messo in atto dalla Asl, adottando ogni misura ragionevole per ridurre al minimo i contatti con i volatili selvatici e contrastare la diffusione del virus. A chi si occupa del trasporto di pollame o altri volatili in cattività vivi, uova, carne, mangime, concime, liquami e lettiere, e qualsiasi altro materiale o sostanza potenzialmente contaminati, è stato chiesto di procedere periodicamente ad una disinfezione dei veicoli e delle attrezzature utilizzati. È obbligatorio segnalare tempestivamente ogni sospetto clinico o di mortalità. La salute umana non corre gravi rischi ma il livello di attenzione è alto perché negli anni è stato accertato che i virus influenzali aviari ad alta e bassa patogenicità hanno determinato, nel corso degli anni, epidemie di particolare gravità tali da diffondersi rapidamente fra gli allevamenti avicoli del territorio limitrofo.
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Di Serena Nuzzaco24 Novembre 2024