La legge Calderoli che introduce l’autonomia differenziata è stata «destrutturata» dalla Corte costituzionale: «Allo stato dei fatti non è più applicabile». Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso di una conferenza stampa convocata stamattina a Bari dopo la decisione della Consulta.
«Gli interventi che la Corte ha fatto bloccano tutte le procedure avviate dalle Regioni per le singole intese, non possono andare avanti», ha detto Emiliano sostenendo che «il processo è fermo e non potrà che restare fermo» e che «questa è una battaglia vinta dalla Puglia».
Emiliano ha evidenziato che «la Corte costituzionale ha cancellato plurime disposizioni della legge Calderoli. Prima fra tutte, la possibilità che possano essere trasferite materie o blocchi di materie».
«Calderoli chieda scusa. Il ko è totale»
Per Emiliano «il ministro Calderoli deve avere la cortesia di ammettere di avere fatto una legge completamente sbagliata dal punto di vista costituzionale, deve chiedere scusa e soprattutto non spetta a lui decidere se tornare in parlamento. Calderoli deve studiarsi la Costituzione ed evitare di ripartire in maniera frettolosa. Deve prendersi una pausa come la Corte gli ha consigliato e poi bisogna ricominciare a discutere».
Sull’autonomia, per il governatore pugliese, Emiliano, «il ko è totale sui punti che sono stati cassati e anche su quelli che sono rimasti. Tutto ciò che è rimasto in piedi è stato interpretato contro la volontà del legislatore che lo aveva prodotto».
Il principio di sussidiarietà
La Corte, ha aggiunto, «saggiamente ritiene che la devoluzione dell’autonomia debba riguardare solamente specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola Regione, alla luce del principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni. I giudici – ha detto ancora il governatore pugliese – affermano infatti che la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, non debba corrispondere all’esigenza di un riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico, ma debba avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Insomma, l’autonomia differenziata deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini», ha notato Emiliano.
I Lep
«Incostituzionale – ha proseguito – è il conferimento della delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (Lep) priva di idonei criteri direttivi» ed è stata «cassata anche la previsione che sia un decreto del presidente del Consiglio a determinare l’aggiornamento dei Lep».
Il governatore pugliese ha spiegato che «i giudici ritengono che vada in contrasto con la Costituzione anche la possibilità di utilizzare decreti interministeriali per modificare le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista dalla legge Calderoli per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito. Censurata dalla Corte anche la facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le Regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica».
Per Emiliano «la Corte ha chiarito che l’individuazione, tramite compartecipazioni al gettito di tributi erariali, delle risorse destinate alle funzioni trasferite dovrà avvenire non sulla base della spesa storica, bensì prendendo a riferimento costi e fabbisogni standard e criteri di efficienza. La clausola di invarianza finanziaria prevista dalla legge Calderoli significa che, al momento della conclusione dell’intesa e dell’individuazione delle relative risorse, si deve tener conto del quadro generale della finanza pubblica, degli andamenti del ciclo economico e del rispetto degli obblighi eurounitari».
Referendum: «Si può ancora fare»
«Il referendum abrogativo dell’autonomia? È tutto un altro processo, in linea teorica agli italiani potrebbe non piacere anche quello che rimane della legge Calderoli cosi come interpretato dalla Corte Costituzionale», ha detto infine il presidente Emiliano. «La legge – ha aggiunto – non è salva. È una barzelletta dirlo, la legge è stata completamente sconvolta. Penso che il comitato organizzativo del referendum avrà diritto a chiedere agli italiani se cosi come ridimensionata la legge Calderoli la gradiscono oppure no», ha concluso.