Fa discutere l’ingaggio di una cinquantina di formatori nei 40 centri per l’impiego pugliesi reclutati dall’agenzia regionale per il lavoro Arpal. Una vicenda tutta da chiarire esaminata negli scorsi giorni dalla commissione regionale Lavoro, considerando che i nuovi ingaggi sarebbero stati effettuati al di fuori della convenzione fra Regione Puglia ed enti storici della formazione pugliese.
Il nodo da sciogliere
Come mai si continua ad assumere questo tipo di professionalità dopo la lunga vertenza affrontata dalla Regione Puglia per sistemare la platea dei formatori storici? Una domanda che la presidente di commissione Lucia Parchitelli e la consigliera del Movimento Cinque Stelle Rosa Barone ha rivolto al capo dipartimento formazione lavoro, la dottoressa Silvia Pellegrini, e ai vertici di Arpal, l’agenzia per il lavoro nella persona del direttore generale, il dottor Gianluca Budano.
Quest’ultimo, però, non s’è presentato e ha chiesto di essere risentito nella seduta della prossima settimana. La dottoressa Pellegrini, dal canto suo, ha spiegato il lungo iter attraverso il quale la regione Puglia ha chiuso la vertenza con la platea dei formatori storici, 35 quelli rimasti dopo la fine delle convenzioni con gli enti storici della formazione.
Il precedente
Una vicenda lunga e dolorosa con una coda dinanzi al Tribunale per il lavoro dello scorso dicembre con la memoria presentata da 18 dei 35 lavoratori. Una sorta di contestazione nei confronti dell’operato della regione Puglia accusata di non aver dato seguito alla delibera di giunta 319 del 2023 e, quindi, di non aver “avviato il percorso per valorizzare le competenze professionali maturate nell’ambito dei servizi di formazione, anche attraverso bandi e avvisi ispirati a criteri di innovazione”.
In altri termini la richiesta di stabilizzazione all’interno di Arpal, in realtà negata dall’ente regionale che ha solo previsto uno scivolo pensionistico per i formatori più anziani ed un bando che con la clausola sociale consentirà ai formatori più giovani, ancora lontani dalla pensione, possano restare in servizio fino alla data del concorso per l’Arpal. Da qui il sospetto che i nuovi ingaggi, una cinquantina avvenuti fra i mesi di ottobre e dicembre, possano alimentare la vecchia vertenza, così come ha denunciato durante l’audizione la presidente Lucia Parchitelli. La risposta arriverà la prossima settimana quando il direttore generale di Arpal, Gianluca Budano, sarà chiamato a spiegare l’iter seguito per assumere altri formatori.