E così la Corte dei conti vuole vederci chiaro sull’incarico conferito dall’Arpal all’avvocato romano Filippo Bersani: trenta giornate di lavoro per le quali l’agenzia regionale ha previsto di spendere complessivamente più di 17mila euro, cioè la bellezza di 570 euro ogni 24 ore. Il tutto mentre ci sono ancora due graduatorie non esaurite, una relativa ai dirigenti amministrativi di funzioni centrali e l’altra relativa a dirigenti di funzioni relative ai centri per l’impiego, alle quali si potrebbe attingere sulla base di una legge recentemente approvata dal Consiglio regionale.
Il caso
La sezione di controllo della Corte dei conti, dunque, ha trasmesso alla Procura erariale i documenti relativi all’incarico affidato a Bersani, parlando di “rilevanti profili di criticità”. I giudici vogliono verificare tre aspetti.
Il primo è l’esatta natura giuridica del rapporto tra l’avvocato e l’Arpal, visto che la determina 1352 del 20 dicembre scorso fa riferimento a un affidamento diretto mentre l’ex dirigente Luigi Mazzei avrebbe parlato di appalto di servizi; il secondo è l’oggetto dell’attività richiesta a Bersani, visto che il provvedimento parla genericamente di supporto specialistico e consulenza “anche in riferimento alle tematiche del Pnrr e Piano di potenziamento dei centri per l’impiego”; i tempi della procedura, visto che la consulenza affidata a Bersani non sarebbe stata comunicata alla Corte dei conti subito dopo la firma, cioè dopo il 20 dicembre 2024, ma soltanto ad aprile, quindi il mese scorso.
L’antefatto
Ma come nasce la consulenza a Bersani? Per comprenderlo bisogna fare un passo indietro, per la precisione a marzo dello scorso anno. All’epoca l’Arpal decide di bandire l’ennesimo concorso per ingaggiare un altro dirigente a tempo determinato. A differenza del passato, però, l’agenzia regionale punta a inserire nel proprio organico non un esperto di amministrazione ma un “profilo tecnico da ingegnere” per centrare gli obiettivi previsti dal Pnrr.
Poco importa che nelle graduatorie dei concorsi espletati in precedenza ci siano manager pubblici idonei, con vasta esperienza nella gestione dei fondi europei, che scapitano per entrare in servizio. E poco importa che, soltanto un anno prima, cioè a novembre 2023, l’Arpal abbia conferito allo Studio Fusinato una consulenza sempre in ambito di attuazione degli interventi compresi nel Pnrr per la bellezza di 75mila euro.
Alla fine la scelta dell’agenzia ricade su Giovanni Loiudice: è lui il l’esperto al quale l’Arpal affida le deleghe alla gestione del patrimonio immobiliare, alla gestione inventariale e delle attività economali comprese nell’unità operativa Patrimonio e Attività negoziali.
La consulenza
Loiudice assume l’incarico a ottobre 2024. Nemmeno il tempo di accomodarsi sulla poltrona che, nonostante le competenze particolarmente solide riconosciute all’ingegnere, l’agenzia decide di affiancargli ancora un esperto. A ottenere l’incarico è proprio l’avvocato Bersani “che risulta avere a disposizione le competenze per il servizio in oggetto e possedere i requisiti di carattere generale e tecnico-professionali necessari”.
Viene intavolata una trattativa privata che in breve tempo si conclude con l’affidamento a Bersani di un incarico da 570 euro al giorno. Insomma, non bastavano un altro dirigente a tempo determinato e l’appalto di servizi affidato a uno studio tecnico: per il Pnrr l’Arpal vuole anche un avvocato. E gli idonei ai concorsi? Restano a spasso, mentre l’agenzia medita addirittura un aumento del numero dei dirigenti.