Un «colloquio selettivo con valutazione positiva dei titoli» per “stabilizzare”, all’interno dell’Arpal, i 18 formatori in passato al servizio dei Centri per l’impiego: è la richiesta ribadita ai giudici da Giuseppe Volpe, avvocato dei 18 lavoratori che hanno deciso di trascinare in tribunale la Regione Puglia, e finita al centro dell’udienza celebrata pochi giorni fa.
La questione
L’avvocato Volpe ha depositato una corposa memoria per ribadire le ragioni dei 18 formatori che contestano alla Regione di non aver dato seguito alla delibera di giunta 319 del 2023 e, quindi, di non aver «avviato il percorso teso all’individuazione di possibili misure idonee a valorizzare le competenze professionali maturate nell’ambito dei servizi di formazione, anche attraverso bandi e avvisi ispirati a criteri di innovazione».
In altre parole, i lavoratori puntano alla stabilizzazione in Arpal grazie a un atto di ricognizione dei titoli professionali, mentre la Regione si è finora limitata a prevedere lo scivolo pensionistico per i formatori più anziani e poi un bando che, grazie alla clausola sociale, dovrebbe consentire ai formatori che non possono andare in pensione di lavorare fino alla data del concorso per l’Arpal.
Questo percorso è stato ribadito l’11 settembre scorso durante una riunione in cui i vertici della task force regionale per l’occupazione hanno confermato che «si sta studiando una procedura concorsuale utile per la platea dei formatori storici che hanno prestato servizio nel tempo nei centri per l’impiego», mentre l’assessora Serena Triggiani e il presidente del consiglio di amministrazione dell’Arpal Beniamino Di Cagno hanno spiegato di credere «nella possibilità di risolvere la vertenza dei lavoratori utilizzati nei centri per l’impiego tramite concorso con caratteristiche specifiche».
La memoria
Di qui la memoria che l’avvocato Volpe ha presentato a sostegno delle ragioni dei formatori. Secondo il legale, la Regione avrebbe dovuto aprire il procedimento previsto dalla delibera 319 del 2023 per poi concluderlo con un provvedimento motivato, mentre l’amministrazione è rimasta in silenzio anche davanti alle diffide con cui i lavoratori la invitavano a decidere a stretto giro. In più, secondo Volpe i formatori sono sempre stati utilizzati per assicurare il funzionamento dei Centri per l’impiego e poi dell’Arpal, ragion per cui la loro professionalità è già ampiamente sperimentata e, per assumerli a tempo indeterminato nell’Agenzia per le politiche attive del lavoro, la Regione non ha necessità di un concorso ad hoc, potendo optare per un colloquio selettivo e sulla valutazione positiva dell’attività svolta: una scelta che consentirebbe alla Regione di colmare le voragiini nell’organico di Arpal.