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Arif, il Csa sui trasferimenti “illegittimi”: «Nessun rispetto per i sindacati». E annuncia un esposto in Procura

«Emiliano rimuova dall’incarico il direttore generale dell’Arif Puglia, Francesco Ferraro, e il capo del personale, Francesco Vurchio». È la richiesta che Carlo Cirasola, segretario del Csa Regioni Autonomie locali Puglia, ha rivolto al presidente della Regione in una nota in cui denuncia «la perpetrata attività di ostruzionismo e mancato rispetto delle relazioni sindacali da parte…
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«Emiliano rimuova dall’incarico il direttore generale dell’Arif Puglia, Francesco Ferraro, e il capo del personale, Francesco Vurchio». È la richiesta che Carlo Cirasola, segretario del Csa Regioni Autonomie locali Puglia, ha rivolto al presidente della Regione in una nota in cui denuncia «la perpetrata attività di ostruzionismo e mancato rispetto delle relazioni sindacali da parte degli amministratori dell’Agenzia regionale Attività Irrigue e Forestali, in spregio delle basilari nozioni giuridiche in materia di gestione del bene pubblico».

Il sindacalista ricorda che «un mese fa il Tribunale di Bari, sezione Lavoro, accogliendo il ricorso del Csa, ha emesso una sentenza immediatamente esecutiva, ordinando ad Arif, in pratica, di revocare il trasferimento di tredici dirigenti sindacali del Csa perché, secondo il giudice, il provvedimento aveva violato l’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori».

Cirasola evidenzia che «prima di trasferire un delegato sindacale, occorre il passaggio della consultazione con il sindacato di appartenenza. Ebbene – afferma -, ad oggi, alcun ordine di servizio che revocasse i trasferimenti è stato notificato. In più, l’Agenzia ha prodotto ulteriori atti in contrapposizione alla normativa vigente in materia sindacale».

La vicenda

Il Csa ricostruisce la vicenda. “La controversia – ricorda il sindacato – era scaturita, a marzo scorso, dal trasferimento di tredici dirigenti sindacali, eletti presso la sede irrigua di Bari Nord, senza la preventiva approvazione del sindacato. Il Csa, assistito dall’avvocato Francesco Lovascio, nel ricorso presentato al giudice del Lavoro ha sostenuto che tale azione configurasse condotta antisindacale, in quanto contraria alle norme sulle modalità di utilizzo dei distacchi, delle aspettative e dei permessi”.

Il sindacato sottolinea che “l’Arif ha giustificato i trasferimenti richiamando il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (Piao) 2025-2027, che prevedeva la rotazione del personale addetto agli impianti irrigui di Bari Nord, inclusi i dirigenti sindacali, come misura anticorruzione. L’Agenzia – si legge nella nota – ha, inoltre, eccepito, che la rotazione non comportasse un trasferimento di sede ma un mero trasferimento su pozzi all’interno della stessa sede e che fosse stata fornita adeguata informativa alle Organizzazioni sindacali, ma che non vi fosse necessità di nulla osta alcuno”. Ma, prosegue il Csa, “il giudice, dottor Salvatore Franco, ha ritenuto fondate le ragioni del sindacato e ha sottolineato come la condotta dell’Agenzia violi l’articolo 28 della Legge n. 300/1970, meglio conosciuta come Statuto dei Lavoratori, e l’articolo 20, comma 4 del Ccnq (Contratto collettivo nazionale quadro) del dicembre 2017 (integrato con le modifiche introdotte dal Ccnq del novembre 2019) sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi, nonché delle altre prerogative sindacali. Il Tribunale di Bari, con Decreto Nrg 6237/2025, ha, quindi, confermato la prevalenza delle norme a tutela delle libertà sindacali anche in presenza di piani anticorruzione, qualora questi vadano a incidere direttamente sulle prerogative dei rappresentanti dei lavoratori. In questo caso, è scritto nella sentenza, ‘la rotazione adottata dall’Agenzia quale misura anticorruzione produce il sostanziale effetto di allontanare senza limiti di tempo (dal 24 marzo pv – fino a nuova disposizione) il dirigente sindacale dalla sede di assegnazione, configurando un vero e proprio trasferimento sine die che pregiudica, in assenza del nulla osta dell’O.S. di appartenenza, le tipiche prerogative sindacali'”.

Gli sviluppi

Arif Puglia, continua il Csa, “pur non opponendosi alla decisione del giudice, a un mese dalla sentenza non ha ancora revocato i trasferimenti disposti a marzo scorso e dichiarati illegittimi. Nel caso di violazione delle prerogative sindacali, la procedura prevede che il decreto del giudice sia immediatamente esecutivo”.

«Abbiamo già diffidato l’Agenzia dal perpetrare questo comportamento e trasmesso gli atti alla Corte dei Conti. Il prossimo passaggio sarà un esposto alla Procura della Repubblica di Bari», conclude Cirasola.

Intanto, riferisce sempre il Csa, “nuovi trasferimenti sono stato disposti dall’Agenzia senza consultare il sindacato. Per esempio, il dipendente Arif F.A., in servizio presso il Comprensorio Sud-Est Conversano, già dirigente sindacale e beneficiario delle prerogative e diritti previsti dalla L. 104/92, risulta, ancora ad oggi, destinatario di un provvedimento, non ancora annullato, di trasferimento presso la sede della sala operativa della Protezione civile regionale a Modugno, in via delle Magnolie”.

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