Antonella Lopez. È il suo nome, che sarà scandito a voce alta dinanzi a migliaia di persone, l’ultimo di 1101 vittime di mafia in tutta Italia. Antonella, 19 anni, morta il 22 settembre 2024 in una discoteca di Molfetta al posto del ragazzo che frequenta, quell’Eugenio Palermiti, erede del boss omonimo del quartiere Japigia di Bari, sarà ricordata il 21 marzo, a Trapani, in occasione della XXX edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico.
Per quest’anno, oltre al suo, Libera ha inserito anche quello di altre quattro persone, uccise negli anni scorsi: l’editore salentino 46enne Giovanni Cingolani, colpito a un fianco il 21 novembre 1991 mentre cenava al ristorante con i suoi figli, nel corso di un’azione intimidatoria diretta da un affiliato alla Sacra corona unita al proprietario del ristorante. Le altre tre sono tre braccianti di Oria, vittime del caporalato, morte il 25 agosto del 1993, in un incidente stradale con altre “colleghe” assiepate in un furgone che ne conteneva la metà: Maria Marsella, Maria Dell’Aquila e Antonia Carbone.
Le storie
Trapani si prepara ad accogliere oltre 500 familiari di vittime e centinaia di storie di cui i volontari sono venuti a conoscenza grazie ai tanti cittadini che, scavando nella storia dei propri territori, hanno contribuito a trasformarle in memoria collettiva.
I nuovi nomi inseriti quest’anno in elenco sono 20, di cui 11 donne e 5 minori. Molte sono storie del passato, avvenute soprattutto tra gli anni ’80 e ’90 e riemerse dopo anni di oblio, grazie a sentenze e atti giudiziari. Antonella, invece, è un dolore recente, tanto che le indagini sul suo omicidio, pur in presenza di un reo confesso, non sono ancora chiuse.
Il delitto
La 19enne quella sera era uscita con un’amica, Eugenio Palermiti junior e altre persone. Non erano certi di andare al “Bahia”, l’alternativa era un’altra discoteca del nord barese. Ma scelsero il locale di Molfetta, ignorando che all’interno quella notte c’era anche Michele Lavopa, nemico giurato per pregressi rancori di Palermiti, e il suo gruppo.
La presenza di entrambi, in quel posto, fu la miccia: una provocazione, il gesto di prendere la pistola dalla cintola fatto da Palermiti e Michele Lavopa, anche lui giovanissimo, impugnò la sua e sparò in direzione di Eugenio, ma uccise Antonella in pochi minuti, recidendole l’aorta.
L’inchiesta
In carcere, dopo alcune ore finì Lavopa, al quale il gip, recependo le richieste della Dda, contestò anche l’aggravante mafiosa. Un omicidio di mafia, dunque. E mentre si attende a stretto giro che il pm antimafia Fabio Buquicchio notifichi formalmente agli indagati la chiusura delle indagini sulla vicenda, il nome di Antonella torna, unico e bruciante in questo 2024 che le ha tolto la vita, sulla bocca di chi la ricorderà a giovani, associazioni, gruppi, rappresentanti delle istituzioni, del sindacato, del mondo della scuola, della cultura, dello sport.