L’oasi Lago Salso, cuore pulsante del Tavoliere e rifugio per migliaia di uccelli migratori, è stata divorata dalle fiamme. Si tratta, purtroppo, solo di uno dei simboli della devastazione che sta colpendo la Puglia e l’intero Sud Italia, dove negli ultimi mesi sono divampati centinaia di incendi boschivi, aggravati dal caldo record e dalla siccità.
Il dossier
Secondo il nuovo dossier di Wwf e BirdLife Europa, la regione è tra le più vulnerabili, con danni incalcolabili per ecosistemi e biodiversità. Il quadro non riguarda solo il Tavoliere: dalle campagne del Gargano alle aree rurali del Barese, fino al confine con la Basilicata, i roghi hanno colpito zone agricole abbandonate e boschi incolti, resi più infiammabili dall’assenza di gestione del territorio. In Basilicata, gli incendi si sono diffusi nelle aree interne tra Potenza e Matera, evidenziando come l’abbandono delle pratiche agro-pastorali tradizionali abbia lasciato vasti territori alla mercé delle fiamme.
Lo scenario europeo
Ma il problema è più ampio e riguarda tutta l’Europa meridionale. Negli ultimi due anni sono andati distrutti oltre mezzo milione di ettari di boschi, e a luglio 2024 sono bruciati 237mila ettari, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Solo in Italia, oltre alla Puglia, roghi devastanti hanno interessato Calabria, Sicilia e Sardegna, mettendo a rischio aree protette. Il Wwf denuncia una strategia europea «ormai fallimentare», concentrata quasi esclusivamente sulla lotta alle fiamme. «Spendiamo miliardi per spegnere incendi sempre più violenti, mentre la prevenzione resta marginale», spiega Riccardo Gambini di BirdLife Europe.
La proposta
Il dossier propone un cambio di rotta radicale: ripristinare foreste e zone umide, incentivare una gestione forestale «vicina alla natura», sostituire le piantagioni più infiammabili con specie autoctone resistenti al fuoco, rilanciare le pratiche agro-pastorali tradizionali per ridurre il carico di vegetazione secca, ripopolare specie animali che limitano naturalmente il sottobosco e creare comunità “fire-smart” capaci di prevenire e gestire il rischio incendi. Gli incendi, causati per oltre il 95% dall’uomo, non sono solo una tragedia ambientale. Ogni anno, infatti, rilasciano in atmosfera quantità di carbonio pari a quattro mesi di emissioni del settore aereo mondiale e provocano danni economici stimati tra 13 e 21 miliardi di euro, una cifra che basterebbe a ripristinare interamente vaste superfici forestali. «La crisi climatica amplifica il fenomeno, ma non possiamo limitarci a inseguire le emergenze – avverte Edoardo Nevola, responsabile foreste del Wwf Italia – dobbiamo investire subito in prevenzione, gestione del territorio e soluzioni basate sulla natura». Dal Gargano a Matera, il messaggio è chiaro: senza un cambio di passo deciso, il Sud continuerà a bruciare.