Agriturismo leader in Puglia, stimate 700mila presenze nel 2023: Lecce in cima alla classifica regionale

L’agriturismo in Puglia è leader nel turismo green con oltre 700mila presenze stimate nel 2023. Ospiti italiani e stranieri hanno soggiornato nei 958 agriturismi diffusi lungo il tacco dello stivale. È quanto stima la Coldiretti Puglia, sulla base delle previsioni di Terranostra in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, domani 27 settembre, dedicata quest’anno agli investimenti green e promossa dal UNWTO.

«Una tendenza – spiega Antonio Baselice, presidente di Terranostra Puglia – spinta anche dal caro prezzi con la possibilità di risparmio nell’alloggio e con la cucina fai da te ma anche negli svaghi con l’opportunità di godere gratuitamente dello spettacolo della natura. Il cibo è diventato la voce principale del budget della vacanza con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola».

Secondo Coldiretti la Puglia si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e le 349 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 60 cibi e vini certificati DOP e IGP, a cui si aggiungono le 4 STG nazionali e le 2 bevande spiritose IG regionali, per un totale di 66 Indicazioni Geografiche, in 950 agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, oltre ai 1000 agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.

In testa alle motivazioni che spingono i vacanzieri in agriturismo c’è la voglia di contatto con la natura, mentre al secondo posto c’è l’enogastronomia. Un trend trainato dal fenomeno dei cuochi contadini, gli agricoltori chef a chilometri zero che cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto per le strutture.

«Al netto di un calo dei turisti italiani – spiegano Coldiretti Puglia e Terranostra – nel 2023 sono state le presenze degli stranieri a fare la differenza perché in tangibile aumento, andando a sopperire al decremento del turismo di prossimità, soprattutto da parte degli italiani provenienti dalle regioni limitrofe alla Puglia».

Ma l’agriturismo rappresenta anche uno dei punti di forza della destagionalizzazione del turismo, tanto da essere particolarmente apprezzato da chi scegli le partenze a giugno o a settembre anche per conoscere una Italia cosiddetta “minore” dai parchi alla campagna, dalla montagna fino ai piccoli borghi che fanno da traino al turismo enogastronomico, con ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali che nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. In questi periodi i 958 agriturismi presenti in Puglia consentono di vivere i cicli stagionali delle produzioni, dalla raccolta del grano a quella della frutta fino alla vendemmia.

Lo dimostra il fatto che l’offerta agrituristica è addirittura cresciuta, dove l’alloggio con 862 aziende e la ristorazione con 693 si confermano i due pilastri dell’agriturismo, ma anche la degustazione cresce progressivamente e conta 443 aziende.

In cima alla classifica regionale c’è la provincia di Lecce con 369 agriturismi, seguita da Bari con 139, Brindisi 122 e Foggia con 119 strutture, e poi vengono Taranto con 87 aziende e la BAT con 27 agriturismi.

Dall’agri-campeggio all’agri-relax, dalla semplicità dell’accoglienza rurale ai buffet con i prodotti dell’orto, alle passeggiate ritempranti nella natura, il ventaglio di servizi innovati offerti in masseria sono alla base del gradimento in crescita degli ospiti italiani e stranieri, con l’impegno di Terranostra di contribuire a riposizionare l’offerta turistica nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, secondo modelli di sviluppo più equilibrati, a beneficio del turismo di qualità è sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del buon mangiare.

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