La presenza di dipendenti donne in Acquedotto pugliese (Aqp) è cresciuta del 9% dal 1999 ed è superiore del 3% rispetto alla media nazionale del settore, a forte incidenza maschile.
Dal bilancio di genere 2024, diffuso stamattina dall’ente, risulta che sono 483 le donne impiegate in Aqp. Cifra che rappresenta il 21,1% della forza lavoro.
Dal documento emerge che ad aumentare sono soprattutto i ruoli di responsabilità affidati alla componente femminile: cresce la quota di donne sia nella categoria dirigenti (ora sono il 18%) sia in quella quadro (28%). Si conferma, inoltre, l’assenza di gender pay gap a parità di qualifica.
Sul fronte della governance, Aqp risulta tra le realtà più avanzate del settore: il consiglio di amministrazione è composto al 50% da donne.
«La nostra rivoluzione gentile continua – spiega Francesca Portincasa, direttrice generale di Aqp e promotrice del bilancio di genere – ed è fatta di azioni costanti, come policy e procedure aziendali, formazione, sensibilizzazione e gestione di casi specifici. Un impegno coerente con i principi del Global compact delle Nazioni unite sottoscritti nel 2021 e con i Women’s empowerment principles firmati nel 2022, ci ha portato nel 2023 all’acquisizione della certificazione per la parità di genere Uni/PdR125:2022, recentemente confermata con un miglioramento del punteggio».
Per sostenere il cambiamento, Acquedotto pugliese durante l’anno ha partecipato a eventi e job meeting rivolti specificamente alle donne, con particolare attenzione alle laureate in discipline Stem. Il dato sulle candidature fotografa ancora ampi spazi di miglioramento: nel 2024 le domande presentate da donne sono state il 21%, “segnale che – conclude l’ente – per il raggiungimento della parità di genere è indispensabile un impegno coordinato e organico che attraversi le fasi di formazione, orientamento e lavoro”.