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Acqua, in Puglia sprint sulla società pubblica: per il cda c’è Cozzoli, via Laforgia

Le beghe della politica, complice la campagna elettorale, stanno ritardando la nascita della nuova società in house deputata alla gestione pubblica dell’acqua: una transizione sbloccata a novembre scorso dopo una gestazione durata anni fra tensioni, polemiche, ricorsi e controricorsi fra la Regione Puglia e il Governo centrale. Da allora – era fine 2024 – il percorso s’è inceppato a causa delle diatribe divampate nel centrosinistra pugliese che stanno di fatto ostacolando la trasformazione di Acquedotto pugliese in una società in house con l’ingresso dei Comuni. Eppure il percorso è da completare tassativamente entro fine giugno, ma messo in forse dalla “guerra civile” in atto fra i partiti che ha determinato il rinvio delle due assemblee straordinarie dei soci per la modifica dello Statuto: assemblee convocate da Aqp e saltate due volte di seguito per l’assenza del socio Regionale.

La delibera

Un timido segnale di ripresa è arrivato ieri con la Giunta regionale che ha accettato la rinuncia al ricorso alla Corte costituzionale da parte del Governo centrale contro la legge pugliese sulla ripublicizzazione dell’acqua superata dall’emendamento a firma dell’ex ministro Raffaele Fitto. Contestualmente, con altro provvedimento, l’esecutivo ha avviato le procedure per trasferire il 20% delle azione di Acquedotto pugliese ai Comuni. Si tratta di uno dei passaggi propedeutici alla nascita della società in house con la modifica dello Statuto dell’ente idrico e la nomina di un nuovo cda composto da sette membri, di cui due in rappresentanza dei Comuni, un posto riservato allo Stato che ha già indicato l’avvocato Luciano Ancora, e quattro posti riservati alla Regione Puglia.

Gli appetiti

E proprio le quattro postazioni hanno scatenato gli appetiti dei partiti di maggioranza regionali. A quanto pare il presidente uscente, Domenico Laforgia, dovrebbe lasciare l’incarico. Al suo posto ci sarebbe già un’indicazione autorevole: l’avvocato Vito Cozzoli, 60 anni, di Molfetta, ex numero uno dell’agenzia nazionale Sport e Salute, capo di gabinetto del Ministeri per lo sviluppo e in passato della Camera dei deputati. Il nome di Cozzoli, ancora in fase di valutazione, anche da parte dell’interessato, è stato suggerito da un parlamentare dem molto vicino al governatore Michele Emiliano. In bilico, invece, la riconferma del consigliere Lucio Lonoce, uomo di Emiliano, ma in odore di incompatibilità in quanto candidato al Comune di Taranto. Traballano anche le poltrone della consigliera uscente Tina De Francesco, imprenditrice salentina vicina all’assessore Alessandro Delli Noci, e della collega Rossella Falcone, foggiana in quota Pd, espressione del vicepresidente Raffaele Piemontese. Caselle che fanno gola allo stesso Pd, ma anche agli altri alleati di maggioranza, Azione e civiche, che stanno ponendo pregiudiziali e veti incrociati rendendo impossibile la composizione del puzzle.

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