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Crisi idrica, acqua dal Liscione: ora il Molise apre ma per i lavori servono 90 milioni

Per la prima volta la Regione Molise apre all’ipotesi di accordo con la Puglia per risolvere la crisi idrica che attanaglia i due territori. Ieri, come annunciato nelle scorse settimane, in Commissione Ambiente e nella Commissione speciale per la gestione delle risorse idriche è stato ascoltato il consigliere molisano Guido Massimo Sabusco. L’apertura Sabusco ha…
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Per la prima volta la Regione Molise apre all’ipotesi di accordo con la Puglia per risolvere la crisi idrica che attanaglia i due territori. Ieri, come annunciato nelle scorse settimane, in Commissione Ambiente e nella Commissione speciale per la gestione delle risorse idriche è stato ascoltato il consigliere molisano Guido Massimo Sabusco.

L’apertura

Sabusco ha aperto a un’intesa a ampio raggio con la Puglia per sfruttare l’acqua in surplus presente nella diga del Liscione – circa 120 milioni di metri cubi annui -che ogni anno finiscono in mare. Sabusco, supportato da dirigenti e tecnici molisani, ha assicurato la disponibilità a cedere l’acqua alla Puglia, ma a condizione di soddisfare il fabbisogno idrico degli agricoltori del basso Molise per un territorio di oltre 6mila ettari.

«Per noi non c’è alcun ostacolo a concedere parte dell’acqua del Liscione, a condizione di avere dati certi sul quantitativo disperso annuale, di una progettazione condivisa per le opere necessarie», ha detto Sabusco. Secondo le prime stime servirebbero circa 90 milioni di euro per proseguire le opere a monte del Liscione e proseguire fino alla condotta di otto chilometri necessaria per l’allaccio con la Puglia.

Gli interventi

Nella Commissione speciale sull’acqua, guidata dal presidente leghista Fabio Romito, la direttrice generale di Acquedotto Pugliese, Francesca Portincasa, ha spiegato tecnicamente la portata degli interventi attesi da oltre 40 anni. Il Molise, ha spiegato, dovrebbe cedere circa 30-40 milioni di metri cubi annui dal Liscione: un apporto che verrebbe sottratto dal prelievo annuale effettuata dalla diga di Occhito, liberando in tal modo circa 20 milioni di metri cubi da girare all’agricoltura in Capitanata che ogni anno in piena estate è costretta a fermarsi per assenza di acqua.

Un quadro complesso, a partire dalle infrastrutture del Liscione, dall’impianto di Finocchito e dalla diga di Occhito, per assicurare «la resilienza del sistema a fonte di cambiamenti climatici e imprevedibili modificazioni nella quantità e nella qualità dell’acqua negli invasi».

L’incontro

Portincasa ha fatto riferimento all’incontro tra il presidente del Molise, Francesco Roberti, e il presidente pugliese Michele Emiliano, nella sede di Acque del Sud, convocato dal commissario straordinario nazionale Nicola Dell’Acqua per condividere la programmazione degli interventi. In quella sede sarebbe emersa l’ipotesi di spacchettare l’intervento di infrastrutturazione del Molise (condotta di adduzione per 14 chilometri e reti di distribuzione per tutti i 6mila ettari), procedendo alla sola adduzione e poi procedere per lotti da mille ettari sulla rete di distribuzione. In questo modo la condotta si avvicinerebbe alla Puglia alla quale resterebbe da completare con solo otto chilometri di condotta.

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