Gioacchino Lo Bianco: «L’innovazione alleata ideale per medici e pazienti»

«L’utilizzo del protocollo fast track permette al paziente di restare il meno possibile in ospedale, facendo sì che il recupero dall’intervento protesico all’anca o al ginocchio si possa effettuare al domicilio o in ambulatorio. La tecnologia Navio assiste il chirurgo durante l’intervento permettendo di eseguirlo in maniera oggettivamente perfetta». A spiegarlo è il dottor Gioachino Lo Bianco, responsabile dell’ortopedia del “Villa Lucia Hospital”, a Conversano.

Dottor Lo Bianco, che cos’è il protocollo fast track?

«Il protocollo fast track è un insieme di procedure che vengono messe in atto già dalla fase pre-operatoria affinché il paziente possa recuperare nel miglior modo possibile e in maniera rapida dall’intervento di protesi, sia all’anca sia al ginocchio».

Quali sono queste procedure?

«Innanzitutto il dialogo pre-operatorio, con il quale si spiegano al paziente i vari momenti che precedono e seguono l’intervento, ma anche come questo sarà eseguito e cosa aspettarsi in quelle giornate».

E da parte dei medici, come funziona?

«Da parte dell’equipe medica, inoltre, ci sono una serie di step e procedure, dalle vie di accesso meno invasive, con incisioni minime che non sono utili soltanto da un punto di vista estetico ma permettono di apportare meno danno al paziente, fino all’utilizzo di sostanze e medicinali che limitano le perdite ematiche e il dolore perioperatorio».

Qual è l’obiettivo?

«Tutto questo è finalizzato a cercare di tenere il paziente in ospedale per il tempo minimo indispensabile e dimetterlo rapidamente, già nei giorni successivi all’intervento, in modo tale da non fargli vivere lo status di operato, ma da farlo tornare subito a casa e fargli continuare la fisioterapia in maniera ambulatoriale, a domicilio, evitando ricoveri in centri di riabilitazione. Questo vale per tutti i pazienti, ma soprattutto per quelli più giovani che hanno la necessità di riprendere presto l’attività lavorativa. Tutto questo per far vivere al paziente, ma anche alla sua famiglia, il “trauma” dell’intervento nel miglior modo possibile».

Come funziona la fase di riabilitazione?

«Avviene nell’immediatezza dell’intervento o il giorno dopo. Il paziente viene messo in piedi e comincia la riabilitazione, seguito da un team di medici e fisioterapisti esperti che controlla gli aspetti clinici generali e locali del postoperatorio».

Da quanto tempo è utilizzato questo protocollo?

«Questo protocollo fast track, con tutte le varianti che si sono succedute nel tempo per migliorarlo, è utilizzato già dal 2015».

Dottor Lo Bianco, che cos’è Navio, invece?

«Per Navio si intende un sistema di chirurgia robotica assistita. Si tratta di un robot che guida un chirurgo esperto e che gli permette di applicare al paziente la protesi secondo gli assi della geometria e della chirurgia del ginocchio, eseguendo le resezioni al millimetro e impiantando la protesi in maniera oggettivamente perfetta. È una tecnologia che elimina qualsiasi possibilità di errore».

Quali sono i benefici, in questo caso?

«Anche questo permette un recupero migliore e più veloce da parte del paziente, con la sua massima soddisfazione e con un impianto protesico duraturo».

Quanti interventi sono stati eseguiti con il supporto di questa tecnologia?

«Considerando che con l’aiuto del Navio vengono eseguiti un paio di interventi alla settimana da circa un anno, siamo a oltre un centinaio di interventi».

Con l’utilizzo del protocollo fast track e con l’introduzione della robotica in supporto al chirurgo, quali sono gli scenari futuri?

«Questi sistemi saranno sicuramente implementati nel futuro e comporteranno un’ulteriore riduzione dell’ospedalizzazione, con maggiori benefici per il paziente».

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