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Stellantis, sindacati in protesta a Melfi: «Sia assicurato un salario degno ai lavoratori»

«È ora che insieme alla mobilitazione per un piano di investimenti su progettazione, ricerca, sviluppo e produzione, si avvii una battaglia per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori di Stellantis, e non solo, un salario degno di questo nome». L’appello alla tutela dei diritti dei dipendenti del comparto arriva dalla Fiom Cgil Basilicata, che per…

«È ora che insieme alla mobilitazione per un piano di investimenti su progettazione, ricerca, sviluppo e produzione, si avvii una battaglia per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori di Stellantis, e non solo, un salario degno di questo nome». L’appello alla tutela dei diritti dei dipendenti del comparto arriva dalla Fiom Cgil Basilicata, che per oggi ha indetto una raccolta firme davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di Melfi. I rappresentanti dei lavoratori saranno all’esterno dell’ingresso B durante il cambio turno, dalle 13 alle 14. «Il Governo – afferma la segretaria generale, Giorgia Calamita – ha tagliato il fondo automotive per poi scaricare sulla Ue tutte le conseguenze dell’assenza di politiche industriali».

L’emergenza

Alla base del malumore di sindacato e dipendenti ci sono, tra le diverse motivazioni, anche e soprattutto la mancanza di un piano industriale di Stellantis e l’assenza di modelli. Condizione, quest’ultima, che porta a un aumento del carico dell’utilizzo della cassa integrazione. Gli interventi annunciati a partire dall’incontro al Mimit del 17 dicembre scorso e poi nelle settimane successive su cambi, motori e modelli ibridi, fa sapere l’organo di rappresentanza, non garantirebbero «il necessario carico di lavoro nel 2025, e molto probabilmente anche per gli anni a seguire».

L’appello

Per questi motivi la Fiom Cgil ha promosso una raccolta firme davanti agli stabilimenti Stellantis per chiedere che la multinazionale si assuma la responsabilità sociale d’impresa e alle istituzioni non solo un segnale di solidarietà, ma anche risposte concrete «che vadano oltre la propaganda». «È per questo che rivendichiamo un confronto con azienda e istituzioni sull’emergenza salariale, per ottenere un’integrazione e la riduzione dell’orario anche attraverso la formazione», conclude Calamita.

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