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Melfi, Stellantis ferma la produzione per due giorni: «Mancano i componenti»

Si ferma per due giorni la produzione dello stabilimento Stellantis a Melfi (oggi e domani). Mancano i “componenti”. Mancano pezzi, detto gergalmente, per la linea di produzione. Un paradosso se si pensa ai propositi di Elkan e al piano di rilancio.

E l’altalena continua, tra vita e morte, per il sito in Basilicata. Sono in 3mila le famiglie coinvolte. Il 50 per cento alterna la fase produttiva con la cassa integrazione. Ciò che preoccupa i sindacati è che come sta accadendo per altri siti delle automotive della multinazionali la pausa possa durare anche più a lungo, fino al 5 maggio, considerando il festivo del 1 maggio, ma sono ipotesi. L’unica cosa ufficiale per ora è che mancano i componenti per poter portare avanti la produzione. Ma si procede da tempo a singhiozzo, lasciando in una situazione precaria un pezzo di economia fondamentale per la Basilicata.

Non è tutto, proprio ieri, il gruppo ha fermato la produzione Alfa Romeo e Maserati a Cassino fino al 5 maggio e ha prolungato la cassa integrazione ad Atessa (fino al 15 maggio). La crisi è visibile. Si tocca con mano. Il primo trimestre per Stellantis, lo ricordiamo, si è chiuso con un crollo della produzione sul 2024 del 35,5% a 109.900 veicoli, con sole 60.533 auto realizzate (-42,5%). E non a caso ieri, dopo gli annunci dei fermi, da parte dei sindacati, il titolo è scivolato in Borsa.

I guasti

Non solo ieri, prima ancora di annunciare la mancanza di componenti, si sono registrati sospensioni dalle 6 alle 14 nelle Unità di Lastratura e Verniciatura. Per un guasto. Anche se non è chiara la dinamica che ha portato allo stop della produzione. La tensione è altissima, a Melfi, tra i dipendenti e i sindacati non hanno risposte certe.

La logistica

Non è tutto, sempre ieri, si è aperta la crisi anche alla Pmc, l’azienda che ha sede a Potenza e che produce laminati per la multinazionale. Dopo gli incontri della scorsa settimana, è in programma una nuova riunione convocata in Confindustria. La richiesta in questo caso, visto che non ci sono più commesse è una nuova cassa integrazione, visto che quella già accordata è in scadenza a breve, per tutelare 180 dipendenti. Sul lungo termine, invece i sindacati chiedono un piano di rilancio e una proposta di incentivi che – sulla scorta di quanto fatto già da Stellantis – possa sostenere le uscite volontarie.

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