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Voto di scambio, Michele Laforgia: «Un pericolo costante, come l’astensionismo» – L’INTERVISTA

Un anno e mezzo fa in pieno clima elettorale per le amministrative baresi, le inchieste della magistratura irruppero pesantemente nella politica locale e fecero vittime eccellenti, con arresti e movimenti politici che si sciolsero come neve al sole. Il vaso di Pandora scoperchiato, portò il movimento di Michele Laforgia, la Giusta Causa e il Movimento 5 Stelle a dire no alle primarie e si andò alle urne con due candidati sindaci di centrosinistra, Leccese e Laforgia.

Avvocato Laforgia il fenomeno della compra-vendita di voti, del voto di scambio politico-mafioso, è ormai solo un ricordo? E’ cambiato qualcosa?

«Da un certo punto di vista è cambiato tutto. Ci sono state le iniziative della magistratura. A Bari ci sono state ben 3 ordinanze di custodia cautelare, sono stati sciolti due movimenti politici, ovviamente al netto della presunzione di innocenza. E’ chiaro che il clima da questo punto di vista è radicalmente cambiato. Alcuni soggetti non sono più sulla scena politica. E’ un primo fattore di cambiamento indiscutibile. Non dipende però dall’autoriforma della politica. Dipende ancora una volta da misure cautelari penali e non per effetto di rinnovamento e discontinuità della politica. Dai tempi della campagna elettorale dello scorso anno a oggi, abbiamo avuto tre operazioni della magistratura che hanno tolto dalla scena politica vari protagonisti come Giacomo Olivieri, Sandro Cataldo. Il movimento Sud al Centro era in campo sino alla vigilia delle primarie, così Senso civico altro movimento con i suoi esponenti di spicco. Non dico che questo è giusto o sbagliato, dico che è accaduto e ha cambiato radicalmente lo scenario».

Ma se si dovessero tenere oggi le primarie, lei, diversamente dallo scorso anno, parteciperebbe?

«Io non sono un estimatore delle primarie, cioè delle elezioni senza regole, non per ragioni ideologiche, ma per una questione di regolamentazione. Noi facciamo delle primarie costruendo delle regole da soli e spesso sono molto poco stringenti. Vota chiunque, senza particolari controlli, non c’è una regolamentazione per legge né a livello regionale, né nazionale. Il rischio che non funzionino anche dal punto di vista della rappresentatività del campione è un rischio immanente. Di sicuro le condizioni sono cambiate anche perché l’altro fattore di cambiamento è il dato è emerso dalla Commissione ispettiva che si è espressa, evidenziando dei problemi che riguardano le società partecipate, ma escludendo il cuore dell’amministrazione comunale. Quindi non c’è dubbio che abbiamo fatto dei passi in avanti».

L’Amministrazione comunale oggettivamente qualche passo lo ha mosso, per esempio la commissione speciale permanente antimafia, un assessorato alla trasparenza e all’antimafia sociale, occorre fare ancora altro

«Il fatto di aver proposto una candidatura totalmente indipendente, di aver costruito un’offerta politica diversa, di aver fortemente chiesto il rinnovamento anche come candidati e candidate che abbiamo proposto, ha pesato in positivo. Oggi mi sento più tranquillo rispetto a un anno e mezzo fa, penso che sia un sentimento percepito da tutti anche dall’opposizione».

Rispetto alle imminenti Regionali pensa che sussista sempre il pericolo del voto di scambio?

«Quando parliamo di voto di scambio in realtà parliamo di cose fra loro eterogenee. C’è un meccanismo che è direttamente criminale ed è collegato direttamente alla criminalità organizzata che è quello del voto di scambio politico-mafioso. Dipende dal fatto che le organizzazioni criminali hanno scoperto che le elezioni sono un terreno di guadagno piuttosto facile, chi controlla il territorio può controllare i voti.
Chi vuole comprare i voti si rivolge alla criminalità oppure questa si rivolge ai candidati come denunciato anche dal procuratore della Repubblica e dal procuratore aggiunto e questo crea un mercato che ha un connotato penale grave. Poi c’è la corruzione elettorale, cioè il fatto che ci sia uno scambio economico fra l’espressione del voto e i vantaggi che possono derivare al singolo elettore che è un reato un po’ troppo sottovalutato».

«Poi c’è il problema del voto clientelare, legato a filiere per cui esiste uno scambio ma non è denaro – contro voto ma è un voto organizzato in modo non sempre trasparente. Il pericolo del voto di scambio è un pericolo immanente così come lo è l’astensionismo. La democrazia rappresentativa è in crisi in tutto il Paese e in gran parte dell’Occidente e questo favorisce tutti i meccanismi di degenerazione legati al voto. E questo comporta un problema che non è solo penale ed è qui che avremmo bisogno di una riforma della politica, cioè di un’offerta credibile coerente in cui i cittadini possano riconoscersi, possano ritrovare fiducia nei propri rappresentanti, in una nuova classe dirigente che abbia una cifra di qualità un po’ superiore rispetto a quella che si vede ora in giro. Purtroppo la politica è diventata anche un mestiere e di mestieranti in politica ce ne sono tanti».

La politica e la società civile cosa possono fare?

«Personalmente penso che al di là delle riforme al di là delle regole elettorali, quella regionale è particolarmente sfavorevole al coinvolgimento dei cittadini. Penso che dobbiamo tornare all’impegno civile e in questo sono all’opposto di quello che continuo a leggere. Qui abbiamo preso una strada per cui il civismo la cittadinanza attiva, è diventato un difetto. Io invece credo che tutte le persone perbene dovrebbero tornare a impegnarsi in politica altrimenti non abbiamo speranze di cambiare questo meccanismo in tempi ragionevoli. Se continuiamo a pensare che la politica sia una cosa sporca o una lotta nel fango da cui è necessario tenersi fuori, la disaffezione non potrà che aumentare e con essa non potranno che aumentare i fenomeni di degenerazione fino all’aspetto criminale».

Quindi titoli come «Voto di scambio trasversale ma nessuno ha mai denunciato» secondo lei non sono veritieri?

«Dire nessuno ha mai denunciato, non è vero. Ho parlato di questo prima che arrivassero gli arresti, ho fatto un’intera campagna elettorale anche se non mi ha portato grandi vantaggi, contro il voto di scambio dal punto di vista politico. Aggiungo che quando da noi si sono presentati portatori di voti li abbiamo messi alla porta e quando qualcuno ci ha chiesto soldi lo abbiamo denunciato».

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