«Nessuno ha interesse a trattenere le risorse del Fondo di sviluppo e coesione o quelle per i Giochi del Mediterraneo, quindi ritengo che saranno sbloccate a breve. Le comunali di Bari? Dopo Barletta e Brindisi, puntiamo a vincere anche nel capoluogo con una squadra che includerà partiti del centrodestra, liste civiche e anche Massimo Cassano». Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute indica le prospettive della Puglia quando manca ormai meno di un anno alle elezioni comunali, in programma a Bari e a Lecce, e al G7, che la regione ospiterà per espressa volontà della premier Giorgia Meloni.
Partiamo dal Pnrr. Ieri il ministro Fitto ha incontrato i rappresentanti di imprese e sindacati, dopo aver modificato gli obiettivi della quarta rata. Intanto non si ha notizia della terza tranche di fondi: non temete ritardi?
«Il Governo monitora attentamente la situazione e ha ben chiari i passaggi burocratici da affrontare e gli obiettivi da conseguire, a cominciare da quelli relativi alla salute. L’intento del Governo e del ministro Fitto è quello di razionalizzare una gestione assai complessa proprio per scongiurare ritardi».
Finora il Governo ha manifestato la tendenza ad accentrare: lo farà anche sulla Zes unica al Sud? Molti lo temono.
«Nella Zes unica meridionale non vedo problemi, ma solo grandi opportunità di sviluppo. Il Governo, che tra l’altro ha una forte impronta meridionalista e numerosi esponenti originari del Sud, farà in modo che la Zes unica funzioni bene, ma non credo che la strategia sarà quella di accentrare».
Intanto, però, accentrare è quello che il Governo ha fatto per i Giochi del Mediterraneo, suscitando il malumore dei sindaci che ora chiedono lo sblocco dei fondi a Meloni. Allo stesso modo, sono mesi che il presidente pugliese Michele Emiliano chiede l’assegnazione delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione. A che punto siamo su questi due fronti?
«Non è interesse di nessuno trattenere quelle risorse, quindi ho ragione di ritenere che saranno sbloccate a breve. Detto questo, però, non posso fare a meno di sottolineare alcune dinamiche politiche. Durante l’ultima assemblea di Confindustria nel teatro Petruzzelli, il presidente Emiliano ha attaccato Fitto a testa bassa proprio per sollecitare lo sblocco dei fondi. Quando il ministro ha cominciato a parlare, però, Emiliano è andato via. Stesso discorso per la sanità: nei giorni scorsi si è tenuta una riunione, con il ministro Orazio Schillaci, sui problemi dell’assistenza in Italia e nei vari territori. Bene, erano presenti quasi tutti i presidenti di Regione, inclusi Vincenzo De Luca e Stefano Bonaccini che sono di centrosinistra, mentre Emiliano ha inviato l’assessore Rocco Palese. Ecco, per me il presidente della Puglia sbaglia ad arroccarsi e a non dialogare nell’interesse del suo territorio».
A proposito di sanità, la situazione in Puglia è molto critica. Il Governo come pensa di intervenire?
«Le statistiche dicono che la Puglia è prima in Italia per debiti nella sanità, pari a 200 milioni di euro, nonostante il governo Meloni le abbia assegnato circa mezzo miliardo tra quota del payback e risorse del fondo destinato alle regioni. Nello stesso tempo, però, non si è visto alcun miglioramento dell’assistenza e, sotto questo aspetto, la Puglia è penultima in Italia. Personalmente ho più volte teso la mano a Emiliano, ricevendo in cambio attacchi persino alla mia famiglia. Anche qui non posso non lanciare un messaggio al presidente della Regione: la smetta di litigare con tutti, non si isoli e prenda in considerazione l’enorme apertura di credito che il governo Meloni gli ha concesso anche poche settimane fa, garantendo 300 milioni di euro per i nuovi ospedali di Taranto e del Nord Barese».
Tra un anno si voterà per le comunali. A Bari il centrodestra sembra aver già individuato il proprio candidato sindaco nel senatore Filippo Melchiorre: è tutto deciso?
«Da segretario regionale di Fratelli d’Italia e suo amico di vecchia data, dico che Melchiorre sarebbe il miglior candidato sindaco possibile per Bari. Lo stesso Melchiorre, però, antepone alle proprie ambizioni personali il patto di lealtà con l’elettorato: a settembre scorso è stato eletto senatore, fa parte della Commissione Antimafia e lasciare lo scranno in Parlamento per fare il sindaco di Bari gli darebbe la sensazione di tradire quel patto. Sul suo nome c’è totale accordo nel centrodestra, ora attendiamo da lui l’ultima risposta».
C’è chi dice che il centrodestra stia pensando di candidare una imprenditrice per espressa volontà di Meloni: è il piano B nel caso in cui Melchiorre dovesse rifiutare?
«Sono particolarmente vicino a Giorgia Meloni e non mi risulta che abbia dato un’indicazione precisa in tal senso per Bari. So anche, tuttavia, che a Meloni e ai partiti di centrodestra non dispiace affatto l’idea di una donna ai vertici delle istituzioni. Detto questo, nel caso in cui Melchiorre non dovesse accettare, abbiamo una lunga serie di potenziali candidati, tutti credibili e competitivi».
Ad Altamura la Lega ha appoggiato il candidato di centrosinistra, a Bari come andrà?
«Partiremo dal perimetro del centrodestra – cioè da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e socialisti – per poi estenderlo al civismo che è assai vivo anche a destra. L’importante è individuare un candidato aperto, capace e disposto al dialogo. Non ci interessano i “superman” come quelli della sinistra».
Della vostra coalizione farà parte anche Massimo Cassano?
«L’Udc fa parte del tavolo aperto per il Comune di Bari e ha partecipato già alle prime riunioni. Quindi Cassano ci sarà».
Intanto Pasquale Di Rella e Michele Paloscia passano con i civici di Emiliano: il centrodestra non sembra essere così attrattivo…
«Di Rella è un uomo di centrosinistra e la sua candidatura a sindaco per il centrodestra, alle comunali del 2019, è stata il frutto di scelte alle quali non ho partecipato e che non ho mai condiviso. Detto ciò, per un Di Rella e un Paloscia che vanno c’è un Cassano che torna nel centrodestra: non mi sembra che la nostra coalizione sia poco attrattiva».