Una nuova visione di città, che oltrepassi «la dicotomia centro e periferie», un affondo contro chi si circonda di pubblico «tanto primo o poi lo perde» e un invito ad andare oltre le primarie: «Continuare a invocare le primarie senza decidere chi siamo è insensato». È questo quanto dichiarato da Michele Laforgia, il presidente dell’associazione politico-culturale “La Giusta Causa” che ieri si è riunita nella Darsena di Marisabella, nel cuore del porto di Bari. Un’occasione per discutere quel che è stato fatto e soprattutto quel che occorre fare in vista delle elezioni amministrative di Bari, nel 2024. All’evento hanno partecipato i vertici della politica regionale: il governatore Michele Emiliano, il sindaco Antonio Decaro, l’assessore regionale Gianni Stea, il coordinatore di “Con” Michele Boccardi, il segretario regionale del Pd Domenico De Santis. Massiccia è stata anche la presenza dell’impresa, della società civile e di semplici cittadini, tutte categorie che hanno avuto modo di prendere la parola e illustrare la propria idea di città.
Laforgia, nel suo intervento, ha ripercorso l’itinerario di «città plurale», l’esperienza politica che alle origini del 2000 ha portato all’elezione a sindaco di Michele Emiliano e a governatore di Nichi Vendola. «Dopo vent’anni siamo a un punto di svolta – ha detto Laforgia – Il centrosinistra che ha governato per vent’anni Bari e la Puglia non esiste più». Il penalista ha sottolineato la «separazione in casa» tra Pd, M5s e Si, «a geometria variabile nei Comuni e nelle Regioni». «Non esiste in Puglia – ha proseguito Laforgia – per autocertificazione del presidente della Regione, sostituito dalla coalizione dei pugliesi. Mentre a Bari, il sindaco Decaro dopo dieci anni non è più ricandidabile».
Il penalista ha poi indicato i temi principali che dovrebbero caratterizzare la prossima campagna elettorale: il diritto alla casa, il piano regolatore, lavoro, turismo, cultura. «Chi può negare che le scenografiche sfilate di Gucci costituiscano un importante valore aggiunto? – ha domandato Laforgia alla platea – Ma a condizione di non fare della Puglia solo un fondale, o peggio, un luna park». «Siamo qui non per avanzare candidature, ma per rispondere a due domande – ha proseguito Laforgia – La prima è “chi rappresentate?”». Da qui il deciso affondo nei confronti delle primarie: «Continuare a invocare le primarie senza decidere chi siamo è insensato: il confronto occorre farlo, ma in maniera trasparente e pulita».
Opinione condivisa da Antonio Decaro che ha messo in guardia dalle «lacerazioni» che le primarie sono capaci di generare. «Se si possono evitare, si evitano. Chi fa le primarie si porta addosso le ferite, meglio trovare un candidato unitario», ha detto il sindaco uscente secondo il quale «Bari ha bisogno di uno sforzo collettivo» e «bisogna parlare prima di programmi, poi discuteremo di persone e coalizioni».