«Candidato sindaco a Bari? Grazie per l’affetto, ma non posso». A scrivere è l’ex governatore pugliese Nichi Vendola che in molti, a partire dall’ex presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, vorrebbero rivedere in campo.
Voci insistenti a cui Nichi risponde con una lettera aperta uscendo per la prima volta allo scoperto dopo mesi di indiscrezioni e mezze verità: «Ringrazio tutti e tutte per la stima, in particolare Onofrio Introna che credo abbia inteso propormi come erede di Decaro per dare una scossa al tavolo del centrosinistra affinché esca dalla fase delle sedute spiritiche e si cominci a costruire il profilo del progetto e dell’alleanza con cui si potrà governare Bari nel prossimo futuro».
Vendola ricorda che non si è mai tirato indietro e che non gli mancherebbero passione ed energia per tuffarsi nuovamente nell’agone politico. Ma subito dopo precisa lo stile con il quale ha sempre affrontato la lotta politica, ovvero il rispetto della dimensione istituzionale, la fedeltà ai valori della Costituzione, l’ossequio non formale nei confronti delle leggi. Passaggi non casuali per ribadire di essere coinvolto in un processo penale che sta per celebrare il suo secondo grado, avendo Vendola riportato in primo grado una condanna che considera un’offesa alla sua vita e alla verità. Proprio in virtù di questo, l’ex governatore pugliese vuole sentirsi libero di difendersi, libero anche da ruoli e funzioni che meritano di essere esercitati senza alcuna ombra.
Accantonato un suo ritorno alla politica attiva, Vendola interviene sul caso Bari e, sentendosi tirato in ballo, esprime sinceramente la sua opinione: «Penso che sia sotto gli occhi di tutti la forza e il carisma di un protagonista della società civile, sempre in prima linea nelle battaglie di legalità e di giustizia, un uomo di cultura raffinata e un difensore intransigente dei diritti dei cittadini: mi riferisco a Michele Laforgia, al figlio di un grande sindaco di Bari, che credo abbia tutte le carte in regola per essere, con competenza e serietà, il riferimento e la guida di una città capace di nuovi traguardi di benessere sociale, di sviluppo economico, di qualità urbana».
Un endorsment a tutto tondo che suona come una vera e propria chiamata alle armi per l’area della sinistra radicale: Sinistra italiana, Socialisti, Socialdemocratici, La Giusta Causa e tutte le associazioni collegate alla Convenzione che qualche settimana hanno firmato un documento di intenti per arrivare a una candidatura condivisa. Un percorso che esclude a priori le primarie di coalizione (sulla stessa linea c’è anche il Movimento Cinque Stelle).
Che succederà adesso nella coalizione di centrosinistra considerando che il Pd barese ha individuato almeno tre candidati in lista d’attesa (il parlamentare Lacarra e gli assessori uscenti Petruzzelli e Romano) e il movimento Con s’è detto pronto a esprimere un proprio candidato? La soluzione fisiologica sarebbe quella delle primarie, ma Laforgia e i suoi fedelissimi non sono d’accordo. Se non si troverà una composizione o la strettoia condivisa verso una candidatura unitaria, la fuga in avanti di Vendola potrebbe preludere a una pericolosa spaccatura per il centrosinistra che potrebbe presentarsi a giugno 2024 con due candidati nello stesso schieramento. Il primo e per ora unico è Laforgia, sull’altro fronte il Pd e “chi ci sta” con un nome che potrebbe venir fuori dalla consultazione ai gazebo. Le danze, insomma, sono aperta.