Un nome per superare l’impasse in cui è piombato il Partito democratico in vista delle elezioni comunali di giugno 2024? A farlo è stato il sindaco uscente Antonio Decaro che, negli ultimi giorni, ha cominciato a “sponsorizzare” il suo vice Eugenio Di Sciascio in aggiunta al capo di gabinetto Vito Leccese.
Alle elezioni mancano poco più di sei mesi mentre solo pochi giorni separano il Pd dal 9 dicembre, data entro la quale il governatore Michele Emiliano e i vertici dem locali hanno previsto di ufficializzare il nome del loro aspirante sindaco. Al momento, però, non c’è un candidato da proporre agli alleati, al netto del parlamentare Marco Lacarra e degli assessori uscenti Pietro Petruzzelli e Paola Romano ai quali è stato però chiesto di fare un passo indietro in modo tale da scongiurare la spaccatura col fronte progressista guidato dall’avvocato Michele Laforgia. Per uscire da questa sorta di palude, dunque, è intervenuto in prima persona il sindaco Decaro, deciso a indicare al partito e agli alleati una personalità di alto profilo e capace di dare seguito al progetto politico-amministrativo avviato dal centrosinistra barese ormai vent’anni fa. La scelta è ricaduta su Di Sciascio, per sei anni rettore del Politecnico e dal 2019 vicesindaco con deleghe anche a Innovazione tecnologica e Politiche attive del lavoro: è lui uno dei fautori della svolta digitale di cui il Comune si è reso protagonista negli ultimi anni così come è principalmente sua la regìa delle iniziative che stanno portando numerose aziende a investire nel capoluogo pugliese. L’alternativa a Di Sciascio resta Vito Leccese, capo di gabinetto ed “eminenza grigia” del Comune, tra l’altro con un passato da parlamentare.
Ora non resta che vedere se i nomi proposti da Decaro supereranno il vaglio da parte dei vertici dem e degli alleati. Il nodo da sciogliere resta soprattutto il metodo della scelta. Per evitare la spaccatura dell’intero centrosinistra, infatti, il Pd ha azzerato le candidature di Lacarra, Petruzzelli e Romano e rinunciato alle primarie. Voci di corridoio, però, vogliono che il governatore Emiliano sia sempre convinto della necessità di ricorrere ai gazebo per la scelta dell’aspirante sindaco. E questo per almeno due motivi. Il primo: «Perché celebrarle a Lecce e non a Bari? Come si spiega questa contraddizione all’elettorato?», si chiede un big del centrosinistra. Il secondo: il governatore non vorrebbe scontentare nessuno tra Lacarra, Petruzzelli e Romano che si erano detti disponibili ad affrontare le primarie. Si vedrà. Certo è che il nodo dovrà essere sciolto in tempi rapidi.