Vannacci a “La Piazza”: «Non sapevo fosse kermesse politica». A Ceglie è polemica: «Sia revocato il contributo»

«Quando ho ricevuto e accettato l’invito non sapevo che la kermesse avesse una connotazione politica. Sto accettando inviti da parte di tutte le testate che me lo chiedono perché non ho pregiudizi nei confronti di nessuno visto che la mia pubblicazione non è politica». Così il generale Roberto Vannacci commenta all’Adnkronos la decisione di partecipare come ospite a “La Piazza”, kermesse politica di Affaritaliani che si terrà a Ceglie Messapica da sabato a lunedì prossimi, aggiungendo che non sapeva neppure ci fossero tra gli altri ospiti della serata i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

«Non lo sapevo nella maniera più assoluta», assicura confermando la sua partecipazione all’appuntamento: «Io quando do una parola in genere la mantengo quindi se ho preso un impegno lo mantengo, ma non vedo neppure per quale motivo non dovrei andare – osserva -. Se ci fosse stato Piero Fassino o altri ci sarei andato lo stesso».

Il generale ribadisce che tuttavia questo non significa una discesa in campo anche se nel futuro mai dire mai: «Faccio il soldato, come persona prudente e saggia non chiudo mai le porte, ma non solo rispetto alla politica: se uno, un domani, mi chiedesse di fare l’imprenditore e la cosa mi dovesse piacere perché dovrei rifiutare in anticipo? Non è saggio. Mi piace il mio lavoro e fare il soldato, ma qualora avessi un domani intenzione di cambiare idea prenderò in esame tutte le opportunità che mi si preparano davanti».

A Ceglie Messapica, intanto, è scoppiata la polemica, con la consigliera comunale Isabella Vitale, del gruppo civico d’opposizione “Radici d’impegno”, ha chiesto al sindaco Angelo Palmisano e all’assessore Antonello Laveneziana di ritirare il finanziamento di 15mila euro concesso dall’Amministrazione comunale agli organizzatori dell’evento.

«Non è una questione di libertà di espressione», spiega Vitale. «Un generale rappresenta lo Stato, cioè noi. Il fondamento dello Stato italiano è la Costituzione e i valori sui quali si fonda vengono massacrati dal libro di Vannacci. Io credo che tutti gli italiani che hanno a cuore la libertà, l’uguaglianza e la democrazia debbano prendere le distanze da queste persone».

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