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“Unitarie” del centrosinistra a Bari, niente accordo tra i saggi: tocca ai candidati sciogliere i nodi

Fino al primo pomeriggio di ieri, molti esponenti del centrosinistra erano pronti a scommettere sull’imminente chiusura dell’accordo sulle regole delle unitarie. Lo scenario è mutato ieri sera, al termine della riunione del comitato dei saggi: le forze politiche non hanno raggiunto alcuna intesa su data e seggi delle consultazioni, con la conseguenza che a sciogliere…

Fino al primo pomeriggio di ieri, molti esponenti del centrosinistra erano pronti a scommettere sull’imminente chiusura dell’accordo sulle regole delle unitarie. Lo scenario è mutato ieri sera, al termine della riunione del comitato dei saggi: le forze politiche non hanno raggiunto alcuna intesa su data e seggi delle consultazioni, con la conseguenza che a sciogliere questi nodi dovranno essere Michele Laforgia e Vito Leccese, candidati sindaci rispettivamente per il Partito democratico e per la Convenzione.

L’intesa sembrava a un passo dopo la burrascosa riunione di martedì sera, caratterizzata da un durissimo scambio di opinioni tra Anna Maria Candela, fedelissima di Laforgia, e Davide Pellegrino, direttore generale del Comune di Bari che a sorpresa ha partecipato al summit in quota Pd. Decisiva la mediazione dei civici che avevano proposto soluzioni di compromesso apparentemente accettate da quasi tutte le forze politiche. Qualche esempio? Innanzitutto la data delle primarie: il Pd spingeva per il 7 aprile, la Convenzione per il 17 marzo, ma alla fine sembrava passata la data di sabato 23 marzo. Stessa cosa per il numero di seggi: il Pd proponeva di allestire un gazebo in ciascun quartiere, la Convenzione e il Movimento Cinque Stelle chiedevano di individuare una sola sede, ma alla fine sembrava essere stato raggiunto l’accordo su tre grandi “poli” – Fiera del Levante, Palaflorio e uno tra Palacarrassi e Showville – all’interno dei quali allestire i seggi.

Quando tutto sembrava sul punto di dover essere semplicemente messo nero su bianco, però, sia la data sia il numero dei seggi sono stati rimessi in discussione. Il Pd è tornato a spingere per il 7 aprile per un motivo: la (quasi) concomitanza tra la data del 23 marzo e le prossime festività (24 marzo Domenica delle Palme, 31 marzo Pasqua e primo aprile Pasquetta) disincentiverebbe la partecipazione a quella che, nelle intenzioni di partiti e movimenti, dovrà essere una grande “festa della democrazia”. Dal canto suo, la Convenzione non fa salti di gioia all’idea che il confronto tra Leccese e Laforgia debba essere sospeso per le festività pasquali in attesa del voto ad aprile. Stesso discorso per i seggi. Il Pd, infatti, è convinto che un maggiore numero di gazebo garantisca una più consistente partecipazione. Di qui il no tanto alla sede unica, sulla quale il Movimento Cinque Stelle sembra addirittura irremovibile, quanto ai tre “poli”.

Al braccio di ferro su data e numero di gazebo si sono poi aggiunte le perplessità sul trattamento dei dati dei votanti. Partiti e movimenti concordano sulla necessità di registrare le generalità e i documenti dei partecipanti, già prima delle votazioni, su una piattaforma telematica. I dubbi, però, non mancano e riguardano il trattamento dei dati e la necessità di individuare una figura chiamata a fare da garante.

Si vedrà. Nel frattempo, il comitato dei saggi è stato sospeso e, con ogni probabilità, dovrà essere riconvocato nei prossimi giorni. Nel frattempo, il compito di sciogliere i nodi è stato affidato a Laforgia e Leccese, che già nella serata di ieri hanno cominciato a studiare le relazioni stilate dai rispettivi fedelissimi.

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