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Un disegno di legge per sopprimere l’Arpal in Puglia, l’idea di Fratelli d’Italia: «Così risparmieremo»

Il direttore generale Massimo Cassano defenestrato, la nomina del consiglio di amministrazione attesa da quasi nove mesi, i concorsi per decine di figure professionali bloccati. L’Arpal è in crisi, tanto che in Consiglio regionale prende quota l’ipotesi di una soppressione. A uscire allo scoperto è Fratelli d’Italia che ieri ha presentato un disegno di legge…

Il direttore generale Massimo Cassano defenestrato, la nomina del consiglio di amministrazione attesa da quasi nove mesi, i concorsi per decine di figure professionali bloccati. L’Arpal è in crisi, tanto che in Consiglio regionale prende quota l’ipotesi di una soppressione. A uscire allo scoperto è Fratelli d’Italia che ieri ha presentato un disegno di legge per sopprimere l’Agenzia per le politiche attive del lavoro e trasferirne le funzioni al Dipartimento Politiche del lavoro della Regione.

«Siamo stati facili profeti, contrari all’Arpal fin dalla sua istituzione – ha sottolineato Francesco Ventola, capogruppo dei meloniani in Consiglio regionale – Non serviva alla Puglia, dove c’era già il Dipartimento per le politiche attive del lavoro che andava potenziato con personale e strutture sul territorio. A cinque anni di distanza nulla di tutto ciò è accaduto, se non nomine, nomine e ancora nomine. Anche la legge voluta dalla giunta Emiliano, che prevedeva la designazione di un cda, è stata finora disattesa».

Le difficoltà dell’Arpal erano emerse con chiarezza già nel corso della recente audizione della commissaria Silvia Pellegrini, capo del Dipartimento Politiche del lavoro della Puglia, in Commissione Lavoro. Davanti ai consiglieri regionali Pellegrini aveva chiarito le ragioni dell’impasse dell’Arpal. Dopo la cacciata del dg Cassano, si sarebbe dovuto nominare un cda, ma la Giunta non ha ancora provveduto. «Pensavo di aver ricevuto un incarico temporaneo -ha chiarito Pellegrini – ma da sette mesi sto traghettando l’Arpal nella speranza che la Regione nomini al più presto il cda. E il mio mandato non può andare oltre l’ordinaria amministrazione». Pellegrini aveva offerto anche alcuni dettagli a proposito dell’immobilismo dell’Arpal: le procedure di reclutamento non ancora concluse riguardano 12 impiegati, dieci addetti all’accoglienza e sei funzionari; banditi ma bloccati i concorsi per otto informatici, undici funzionari esperti in analisi del lavoro, 12 tecnici informatici e un amministrativo; in attesa di essere nominati i vincitori di altri due concorsi espletati per assumere otto statistici e 18 istruttori amministrativi. A tutto ciò si aggiunge la quasi totale paralisi dei centri per l’impiego: «Sono fermi e strutturalmente inadeguati – ha precisato ieri Ventola – Il personale non riesce a incontrare la gente in cerca di lavoro. Così si genera il paradosso per il quale l’agenzia per le politiche attive del lavoro crea disoccupazione e disservizi».

Di qui la proposta di soppressione dell’Arpal e il trasferimento delle sue funzioni al Dipartimento per le politiche attive del lavoro: «Così avviene in altre parti d’Italia – ha concluso Ventola con gli altri consiglieri meloniani Renato Perrini, Michele Picaro, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis e Antonio Gabellone – Per la Regione sarebbe l’occasione per risparmiare un bel po’ di risorse».

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