Trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali in Puglia: solo Laricchia esce allo scoperto

Resta incandescente il dibattito sulla reintroduzione della liquidazione per la casta pugliese della regione Puglia.

Riflettori accesi sulla seduta del consiglio regionale di martedì 25 luglio quando approderà in aula il testo che riesumerà il trattamento di fine mandato (Tfm) per consiglieri e assessori. Un assegno di circa 35mila euro, 7mila euro per ognuno dei cinque anni di mandato, diversificato a seconda delle legislature effettuate.

Il beneficio fu cancellato nel 2013, sotto l’era Vendola, a seguito dell’ondata di antipolitica e della cura draconiana alla spesa pubblica imposta dall’allora governo Monti. Oggi i consiglieri pugliesi tornato alla carica dopo aver tentato, nel 2021, il blitz segreto in Consiglio con un emendamento galeotto al bilancio poi cancellato due mesi dopo a settembre.

Il quadro attuale vede la maggioranza spaccata con i Cinque Stelle che hanno ritirato l’iniziale appoggio dal testo del Tfm, mentre Pd e Civici sono pronti a votarlo.

Ieri sulla questione è intervenuta la consigliera regionale dissidente dei pentastellati, Antonella Laricchia. «Con tutti i problemi che ha la Puglia, la priorità del consiglio regionale non può essere il Tfm», ha detto, esprimendo una posizione per una volta condivisa anche dal resto del gruppo pentastellato che si è dichiarato contrario alla reintroduzione. «Auspico – ha concluso Laricchia – che la proposta di legge venga bocciata dall’aula martedì e si metta finalmente la parola fine a una questione che ha portato via fin troppo tempo ed energie».

Silenti, invece, le opposizioni di centrodestra. Sinora nessuno dei gruppi sovranisti ha detto una parola sull’assegno di fine mandato forse in attesa di raccogliere i frutti lasciando agli altri gli “schizzi di fango”. Così come in silenzio resta il governatore Emiliano tirato in ballo da diversi esponenti autorevoli, fra cui il presidente di Confindustria, che gli hanno lanciato appelli per bloccare la strenna natalizia fuori stagione.

Nel frattempo in seno alla maggioranza si lavora a possibili limature del testo ed in particolare a rivedere il meccanismo della retroattività che assegnerà la liquidazione anche agli ex inquilini di via Gentile. Ben 184 fra consiglieri e assessori per una spesa di oltre 4 milioni di euro per il 2023. Sul piede di guerra resta il coordinamento delle quaranta associazioni che dall’inizio ha detto no alla reintroduzione del Tfm.

Lunedì 24 luglio, a partire dalle 17.30, le associazioni terranno una conferenza stampa nella sede della Cgil Puglia a Bari in via Calace. L’occasione per ribadire le ragioni che spingono a una posizione netta che non ha nulla di antipolitico. «Anzi, proprio perché crediamo fortemente nel valore alto della politica e del mandato di rappresentanza – spiega la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci – siamo preoccupati per un atto che rischia di aumentare la distanza tra i rappresentanti e i cittadini, già fortemente incrinato come dimostra la partecipazione al voto. Siamo convinti che a fronte delle indennità che già percepiscono i consiglieri, reintrodurre quell’elemento di indennizzo è un atto lontano dalla realtà, fatta di inflazione che erode redditi e pensioni, lavoro precario, difficoltà a curarsi e assicurare a se stessi e alla propria famiglia bisogni primari. E saranno le testimonianze di chi attraversa questo disagio al centro della nostra iniziativa».

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