Stop al trattamento di fine mandato, la “super strenna” natalizia che parte dei partiti regionali avrebbe voluto imbucare nella manovra di bilancio il 20 e 21 dicembre.
Il dietrofront è arrivato ieri dopo un lungo ed infuocato vertice di maggioranza che ha visto gli uni contro gli altri favorevoli e contrari al ripristino della liquidazione per i consiglieri regionali in carica. Un assegno da circa 35mila euro a testa per i 51 eletti che verrebbe liquidato nel 2025 dopo un accantonamento di circa 7 mila euro per ogni anno effettuato con una retrodatazione al 2012 (cinque milioni di euro il costo in capo alle casse pubbliche).
Ieri, però, è prevalso la linea della prudenza e a fronte delle possibili polemiche e sollevazioni da parte dell’opinione pubblica ecco spuntare la mediazione. Il ripristino dell’indennità non sarà infilato di nascosto nelle pieghe di bilancio sotto forma di emendamento galeotto.
Nessun blitz e nessuna imboscata così come avvenne nell’estate del 2021 quando il Tfm fu approvato di soppiatto all’unanimità dall’aula senza discussione senza copertura finanziaria. Il provvedimento, s’è stabilito alla fine della riunione, sarà inserito in un disegno di legge ad hoc che sarà illustrato ai sindacati e ai cittadini.
Obiettivo condividere l’opportunità e le motivazioni che spingono la “casta” a reintrodurre la liquidazione per i consiglieri regionali pugliesi. Un diritto acquisito che la regione Puglia cancellò nel 2012 sull’onda dell’anti politica di marca grillina. Una decisione virtuosa a cui fece seguito, quasi una beffa, la nuova riformulazione del Tfm da parte della conferenza stato regioni che decise di istituzionalizzare il beneficio in tutte le regioni con un’indennità ancor più pesante che prevedeva l’accantonamento di 2,5 mensilità per ogni anno in carica per il tempo di durata del mandato con un’indennità mensile all’epoca molto più alta di quella attuale. Di qui la scelta di fare le cose per bene, alla luce del sole senza strappi o fughe in avanti. Determinante è stata la posizione assunta dal governatore Emiliano che non ha preso parte alla riunione, ma ha fatto arrivare forte e chiara la sua voce. «Non voterò nessun emendamento sul Tfm in aula, la questione non mi riguarda, né può riguardare la giunta regionale. Se vuole il consiglio regionale è sovrano, se lo approvi da solo».
Tutti contenti alla fine i contrari all’iniziativa, in particolare il gruppo cinque stelle ed i consiglieri Pd Mazzarano, Parchitelli e Ciliento. Ma in fondo sono rimasti soddisfatti anche coloro che avrebbero voluto infilare il ripristino della liquidazione nelle pieghe del bilancio regionale. A questo punto devono solo attendere poche settimane fino all’arrivo dell’anno nuovo.