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Torna a riunirsi il Consiglio regionale pugliese: di nuovo in aula il caso Clemente

Seduta di fuoco quella di oggi del Consiglio regionale. Fra i nodi da sciogliere c’è il caso Clemente, il consigliere regionale di Azione rimasto incollato al posto di segretario di Consiglio, con tanto di auto blu, autista e maggiorazione di stipendio da 1200 euro al mese. Un incarico che spetta alla maggioranza dopo che il…

Seduta di fuoco quella di oggi del Consiglio regionale. Fra i nodi da sciogliere c’è il caso Clemente, il consigliere regionale di Azione rimasto incollato al posto di segretario di Consiglio, con tanto di auto blu, autista e maggiorazione di stipendio da 1200 euro al mese. Un incarico che spetta alla maggioranza dopo che il suo gruppo è passato all’opposizione.

Tecnicamente proprio le opposizioni sono coinvolte nel caso visto che hanno da sostituire l’altro segretario di Consiglio, il posto dell’attuale onorevole Giandiego Gatta, con un loro rappresentate. Ma la maggioranza sul punto chiede la sfiducia di Clemente per poter ristabilire la parità dei ruoli nell’ufficio di presidenza.

Cosa si fa prima, la mozione con i 2/3 dei consiglieri anti Clemente o la sostituzione di Gatta con il consigliere regionale di Forza Italia Napoleone Cera? In assenza di un accordo potrebbero spuntare anche sorprese e non è escluso un gesto di forza da parte del centrosinistra che, forte dei numeri, potrebbe appropriarsi del posto riservato alle minoranze. Si vedrà.

Nell’ordine del giorno è prevista anche la mozione anti ministro Fitto. Un testo a firma dell’assessore allo sviluppo Alessandro Delli Noci per rivendicare i fondi europei Sviluppo e Coesione negati alla Puglia. Una partita da circa quattro miliardi di euro che la regione reclama per completare le infrastrutture sull’acqua. A ciò si aggiungono i soldi incagliati del Pnrr che Roma vorrebbe accentrare e controllare dall’alto, ma anche il sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale. I capigruppo e i consiglieri di maggioranza (Pd, Cinque Stelle e Civici) sono stati concordi nell’ultimo vertice di maggioranza venerdì scorso sulla necessità di aprire una vertenza Puglia con il governo nazionale su alcune tematiche di interesse generale dei pugliesi.

Tanto più che proprio in queste ore è spuntato il bubbone sanità con un buco da oltre 450 milioni di euro da ripianare per il 2022. Un deficit strutturale che la regione Puglia dovrà colmare dimostrando a Roma nella verifica attesa a giorni di avere le risorse necessarie. Tempi duri, insomma, con una cura da cavallo da attuare ai bilanci delle Asl, autentici groviera che continuano a dilapidare risorse fra spese per medicinali, protesi e mobilità passiva. I cosiddetti viaggi della speranza, ma sarebbe meglio dire pellegrinaggi, che continuano senza soluzione di continuità verso le regioni del Nord.

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