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Terzo mandato per i sindaci: c’è l’emendamento al Senato. I partiti prendono tempo

È stato depositato in Senato un emendamento al ddl bipartisan sull'elezione diretta degli organi delle province che va nella direzione di approvare anche il terzo mandato per i sindaci. A presentarlo è stato il gruppo delle Autonomie con Meinhard Durnwalder (Svp) ma potrebbe raccogliere velocemente numerose adesioni trasversali. L’iniziativa, infatti, ha spinto altri senatori, intenzionati…

È stato depositato in Senato un emendamento al ddl bipartisan sull’elezione diretta degli organi delle province che va nella direzione di approvare anche il terzo mandato per i sindaci. A presentarlo è stato il gruppo delle Autonomie con Meinhard Durnwalder (Svp) ma potrebbe raccogliere velocemente numerose adesioni trasversali. L’iniziativa, infatti, ha spinto altri senatori, intenzionati ad avviare una iniziativa analoga, a temporeggiare per non “marchiare” politicamente l’iniziativa e favorire una convergenza trasversale.

Sia a sinistra che a destra, infatti, non sono pochi i primi cittadini interessati da un nullaosta alla ricandidatura per la terza volta. Un domino che condiziona anche le candidature per le europee visto che molti primi cittadini, qualora fosse loro inibita la corsa per i comuni, opterebbero per un posto in lista per Bruxelles.

Si va da Marco Bucci a Genova, Luigi Brugnaro a Venezia e Pierluigi Biondi a L’Aquila per il centrodestra, a Giuseppe Sala a Milano, Dario Nardella a Firenze e Antonio Decaro a Bari per il centrosinistra. L’eventuale approvazione dell’emendamento, inoltre, aprirebbe le porte anche ad un intervento legislativo simile per le presidenze delle regioni. Una ipotesi a cui guarda con interesse anche Michele Emiliano, oltre a Vincenzo De Luca e Stefano Bonaccini. L’opposizione al terzo mandato della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, però, rappresenta lo scoglio politico più grande, perlomeno nel centrosinistra, al terzo mandato.

Resta, però, il fatto che una decisione andrà presa in tempo utile da non condizionare la definizione delle liste per le europee e non potrà che essere politica. Sono in corso, d’altronde, le valutazioni nei partiti anche in una ottica di convenienza: è meglio “giocarsi” personalità di rilievo alle europee o confermarli nei comuni, giocando una partita sicuramente più agevole e meno traumatica alle amministrative? Valutazioni tutt’altro che ininfluenti sulle prossime mosse legislative che i partiti metteranno in atto. Quel che è certo è che, intanto, l’iniziativa di ieri del gruppo delle Autonomie ha rotto il ghiaccio portando per la prima volta la discussione all’interno del Senato.

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