Terzo mandato, Emiliano al Graffio: «Voglio archiviarmi da solo». Fsc: «Ho sentito Fitto e Meloni»

«Terzo mandato? La questione non è tecnica, io sono candidabile» ma «sono dell’idea che politicamente sia necessario cambiare e per questo mi tiro fuori. Anche perché vorrei evitare di farmi archiviare dagli altri: voglio archiviarmi da solo. Deve finire bene». Lo dice il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nell’intervista rilasciata al direttore del TgNorba Enzo Magistà nella puntata del Graffio che sarà trasmessa domani, venerdì 25 ottobre alle 21:15 su Telenorba.

Emiliano evidenzia che «la nostra legge elettorale non è stata mai adeguata al limite dei mandati, se lo facessimo il conteggio ripartirebbe da zero» ma «il punto è politico», sottolinea il governatore pugliese: «Io ho investito nella costruzione della generazione successiva e questa generazione è pronta. Imporre il nome del Presidente uscente sarebbe un atto politicamente sbagliato».

Il presidente della Regione Puglia ritiene «giusto che io mi occupi di qualche altra cosa, con altri ruoli politici. Ad esempio – spiega – vorrei capire con il fronte progressista se ci sono le condizioni nel 2027 per dare al Paese un governo diverso. Questo è un discorso che mi interessa».

Decaro? «Penso che sarebbe il candidato naturale, ma non ho capito cosa voglia fare. Il successo elettorale e il conseguente ruolo prestigioso che gli è stato riconosciuto credo lo abbia messo in difficoltà. Dovrà ragionarne con sé stesso, con la sua famiglia e, se vorrà, con me».

Patto di coesione: «Ho sentito Fitto e Meloni»

Rispondendo a una domanda di Magistà sul Patto di coesione, Emiliano riferisce di aver «chiamato sia Fitto che Meloni. Il ministro mi ha detto che ha fatto tutto quello che doveva fare. Meloni non mi ha fatto capire quando e come firmeremo il patto. Io so solo che sono prontissimo. Basta che mi chiami, mi metto in macchina, vado a Roma e firmiamo. La Puglia ha bisogno di quei soldi».

Emiliano ricorda che «Fitto aveva condiviso l’ipotesi che la firma potesse avvenire al Festival delle Regioni, a cui era previsto l’intervento di Meloni», aggiunge il governatore. «Questa cosa non si è potuta verificare e non so il motivo. Di una cosa ho coscienza: non credo sia responsabilità di Raffaele Fitto».

Parlando del rapporto con il ministro Fitto, il presidente della Regione scherza: «Siamo come Don Camillo e Peppone. Nonostante Raffaele sia diverso, sia più introverso rispetto a me, ci rispettiamo. Io avevo iniziato a pensare che si fosse incaponito, ma non ci siamo detti nulla che non fosse tra le righe».

Sugli Fsc Emiliano sottolinea che «abbiamo messo pezze ovunque e più o meno stiamo reggendo, ma l’economia pugliese sta comunque frenando. I fondi sono attesi da almeno 6mila aziende. Molte aziende li hanno già impegnati, se non li vedono arrivare rischiano di dover pagare le banche senza trarne beneficio».

«Accordo con Renzi? Farebbe chiudere il campo largo»

Emiliano parla, infine, del campo largo, chiudendo a un accordo con Matteo Renzi: «In un ipotetico campo da seminare il rapporto tra Pd, M5S e Azione è accettabile, ho capito però che il rapporto tra Renzi e il M5S è impossibile. Queste due forze sono alternative, quindi è impossibile. Chiudere un accordo con Renzi significherebbe chiudere il campo largo».

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