«Per fugare ogni dubbio dico subito che non vengo a Taranto per speculare, per investire in prima persona, ho già tante aziende, con circa duemila dipendenti. Il mio impegno qui vuol essere diverso». Così Eugenio Filograna, candidato sindaco alle prossime amministrative per Api, autonomi e partite Iva, a Taranto nel pomeriggio di ieri per ufficializzare la sua candidatura.
«Non avrei mai pensato di candidarmi a sindaco né di Milano, né di altre città, nemmeno di Minervino, nel leccese, mio paese d’origine, ma credo che Taranto abbia bisogno di un sindaco imprenditore, di un gruppo che possa cambiare il futuro di questa città». Il senatore Eugenio Filograna, 78 anni, a capo di numerose aziende, ex dirigente sportivo, con il suo movimento guarda ai liberi professionisti, alle partite Iva, alle loro famiglie e ai dipendenti.
Filograna ha spiegato così il perché della sua candidatura, «noi, con il nostro movimento ci poniamo al centro, non stiamo né al centrosinistra, né al centrodestra, diamo a coloro i quali non si vedono rappresentati né in uno schieramento né nell’altro una valida alternativa. Dico da subito che se dovessi diventare il sindaco di Taranto, io e tutta la mia giunta, non spenderemo un solo centesimo di quanto ci spetta, neanche per un caffè, sarà tutto devoluto per le necessità più urgenti» e parla di una iniziativa già attiva a Gallipoli «uno sportello nella casa comunale a cui si possono rivolgere, gratuitamente, tutti i cittadini con necessità impellenti, noi troveremo delle soluzioni. Ritengo che questa città dopo Ilva, Covid e adesso la guerra, ha bisogno di una visione di lungo periodo. Le partite Iva sono passate da oltre 8 milioni a circa 5 milioni. Ci sono stati anche dei suicidi di cui però nessuno parla. Tantissimi hanno chiuso le proprie attività, coperti dai debiti. Bisogna rilanciare le attività economiche, ricordiamo che anche quelle più piccole rappresentano il seme dell’economia. Per l’ex Ilva ho in mente un grande progetto di trasformazione totale. Ci sono fondi di investimento internazionali con 300 miliardi di euro destinati all’Italia in dieci anni. Una parte potrebbe essere usata per le bonifiche considerato che i fondi guardano al sociale. Il futuro è la convivenza con la natura».
Sul programma annuncia «sarà presentato nel mese di aprile dopo che avrò ascoltato dai diretti interessati quali sono le priorità. Fare il sindaco di una città non significa solo tappare le buche delle strade, ma attivarsi affinché i cittadini vivano in una condizione di serenità, economica ed ambientale».