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Taranto, consiglieri dal notaio per mandare a casa Melucci: sinistra e destra insieme per il voto a giugno

Oggi giornata decisiva per l’amministrazione di Rinaldo Melucci. In mattinata dovrebbero essere consegnate le dimissioni davanti al notaio di almeno 17 consiglieri comunali per mandare a casa il sindaco rieletto nel 2022. Il centrosinistra compatto, l’ex maggioranza di Melucci che lo portò sulla poltrona di sindaco meno di due anni fa al primo turno con…

Oggi giornata decisiva per l’amministrazione di Rinaldo Melucci. In mattinata dovrebbero essere consegnate le dimissioni davanti al notaio di almeno 17 consiglieri comunali per mandare a casa il sindaco rieletto nel 2022.

Il centrosinistra compatto, l’ex maggioranza di Melucci che lo portò sulla poltrona di sindaco meno di due anni fa al primo turno con il 60 per cento delle preferenze, (ne fanno parte Pd, Psi, Movimento 5 Stelle, Strada Diversa, Europa Verde) ora è deciso che l’unica strada è quella dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale.

I tempi sono stretti: una volta raccolte le firme e autenticate, otto per il centrosinistra compresi Bitetti e Fornaro di Con, che per primi l’altro giorno avevano suonato la sveglia invocando le dimissioni, dovranno essere consegnate entro domani alla segreteria generale di Palazzo di Città.

Nel giro di un paio di giorni verrebbe ufficializzato lo scioglimento del Consiglio comunale dal ministero dell’Interno che autorizzerebbe così le votazioni a giugno 2024 lasciando il Comune nelle mani di un commissario per soli tre mesi. «Non ci sono più scuse – ha detto Vincenzo Di Gregorio, consigliere comunale Pd passato all’opposizione – l’appuntamento con il notaio è determinante non solo per mandare a casa Rinaldo Melucci ma per capire chi davvero vuole mettere fine a questa amministrazione e chi invece sta bluffando». «Ripresentare la mozione di sfiducia in Consiglio, oltre a non assicurarci il risultato sperato, non ci consentirebbe di tornare alle urne a giugno e aprirebbe le porte ad un lungo periodo di commissariamento».

Ci si prepara ad assistere, con attori diversi (Massimiliano Stellato ad esempio questa volte è col sindaco) allo stesso copione del 2017, quando poco prima della scadenza del mandato 17 consiglieri si dimisero dal notaio e mandarono a casa il sindaco. La crisi è iniziata nei mesi scorsi con l’addio al Pd di Melucci e la sua toccata e fuga in Italia Viva. Da quel momento un terremoto ha travolto Palazzo di Città tanto che gran parte della maggioranza originaria gli ha voltato le spalle e oggi è pronta a firmare per sfiduciarlo, mentre a sostenerlo c’è una maggioranza di consiglieri che di fatto hanno lasciato partiti e liste di appartenenza per giurare fedeltà al sindaco.

Per Cosimo Borraccino, consigliere del presidente della Regione Michele Emiliano, chiarisce: «Siamo sicuri di arrivare a 17 con le 9 del centrodestra e delle civiche. Prima mandiamo a casa un sindaco incapace, incompetente e arrogante, poi decideremo chi sarà il candidato. Al momento non abbiamo nomi da indicare».

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