Il Comitato organizzatore ancora non è stato ricostituito, ma per i Giochi del Mediterraneo non c’è altro tempo da perdere. Ne è consapevole il commissario straordinario Massimo Ferrarese che ieri ha trasmesso il masterplan dei lavori a Governo, Regione Puglia, Comune di Taranto e Coni con un’espressa richiesta: prevedere procedure semplificate per evitare che cinque grandi opere, incluso il restyling dello stadio “Iacovone” di Taranto, non siano completate in tempo utile per l’inizio della grande manifestazione sportiva.
L’accelerazione di Ferrarese arriva all’indomani dell’ufficializzazione dello stanziamento di altri 125 milioni nella manovra finanziaria varata dal governo Meloni. La cifra si aggiunge ai 150 milioni inizialmente messi a disposizione e dovrebbe coprire tutte le spese per la realizzazione delle varie opere.
Il problema, dunque, non sono le risorse, ma i tempi di realizzazione degli interventi. Nel masterplan sono comprese 27 opere. Tra queste, 22 valgono complessivamente 60 milioni ma sono di importo inferiore alle soglie comunitarie e non fanno registrare particolari criticità: «Il cronoprogramma proposto dai soggetti attuatori – scrive Ferrarese nella sua relazione – appare coerente con le attività a farsi». Il problema sorge per cinque grandi opere il cui valore complessivo sfiora i 90 milioni ma che sono di importo superiore alle soglie comunitarie. Per queste si rilevano diverse criticità che il commissario straordinario chiede di superare seguendo procedure semplificate o accelerate sul modello di quella applicata per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova.
Ma quali sono le opere a rischio? La prima è il restyling dello stadio “Iacovone” di Taranto. Per questo intervento, del valore di circa 30 milioni, il cronoprogramma fissa il collaudo finale e l’allestimento per maggio 2026. La perplessità del commissario riguarda i tempi per affidare il servizio di ingegneria, redigere il piano di fattibilità tecnico-economica, approvarlo e concludere la gara per l’affidamento dei lavori: secondo Ferrarese pensare di poter fare tutto ciò in soli 12 mesi a partire da ottobre 2023 è una «previsione ad alto rischio». Di qui la necessità di derogare alle norme comunitarie sugli appalti ricorrendo a procedure negoziate più rapide.
Criticità anche per la realizzazione del centro polivalente “Amatori Ricciardi” a Taranto che dovrebbe costare circa 12 milioni. Anche qui il commissario giudica irrealistica la possibilità di affidare il servizio di ingegneria, stilare il piano di fattibilità tecnico-economica, approvarlo e concludere la gara per l’affidamento dei lavori entro ottobre 2024. Situazione complicata anche per lo stadio del nuoto di Taranto, per un importo di poco meno di 37 milioni di euro: i 21 mesi previsti per la realizzazione sono giudicati da Ferrarese «alquanto critici». Quanto al centro nautico Torpediniere di Taranto, il problema risiede nel fatto che il soggetto attuatore non possiede le aree oggetto dell’intervento: bisognerà sciogliere questo nodo per far sì che l’opera sia collaudata e allestita entro marzo 2026, come da cronoprogramma. Resta un rebus anche lo stadio “Giardiniero” di Lecce che versa in una situazione simile a quella dello “Iacovone” di Taranto: l’avvio delle procedure per l’affidamento dei lavori, previsto per giugno 2024, si potrà attuare solo se per quella data il piano di fattibilità tecnico-economica avrà incassato tutti i pareri.
Per queste cinque maxi-opere Ferrarese chiede ora al Governo il via libera all’applicazione di procedure semplificate, ritenendole «condizione necessaria per realizzare le opere sopra soglia entro i termini assegnati», fermo restando che ulteriori difficoltà potrebbero derivare da contenziosi giudiziari e dal reperimento delle materie prime necessarie. La palla, dunque, passa ancora una volta a Palazzo Chigi: dopo lo stanziamento di ulteriori 125 milioni, adotterà qualche strategia per velocizzare l’iter dei lavori?