La presenza di Carlos Tavares nello stabilimento Stellantis di Melfi? Per Angelo Chiorazzo, consigliere regionale e leader di Basilicata Bene Comune, «non è solo una buona notizia ma anche l’occasione per far ripartire il dialogo tra la multinazionale e il nostro territorio».
La visita dell’ad
Oggi l’amministratore delegato della casa automobilistica visiterà la fabbrica di Melfi per valutare lo stato di avanzamento dei lavori sulla piattaforma Stla, nata dalla trasformazione delle vecchie linee produttive e pensata per la produzione anche di nuovi modelli di auto elettrica. Tavares, comunque, visiterà anche i reparti e, successivamente, si confronterà con le sigle sindacali e con i rappresentanti della Regione Basilicata, a cominciare dal governatore rieletto Vito Bardi e dall’assessore uscente alle Attività produttive Michele Casino, accompagnati dal sindaco Giuseppe Maglione.
I nodi da sciogliere
Sono tante le questioni che Tavares dovrà affrontare durante la sua visita allo stabilimento di Melfi. I rappresentanti delle maestranze chiederanno al manager delucidazioni sull’annunciata produzione di cinque nuovi modelli di auto, a cominciare dall’ibrida Jeep Compass. La prospettiva ha rasserenato, per certi versi, gli animi degli operai della fabbrica. Mano tranquilli, invece, sono i circa 3mila lavoratori dell’indotto. Il tema è questo: non possono bastare i circa 20 milioni di euro messi a disposizione dal Governo centrale, cioè gli incentivi per l’area di crisi complessa, per risollevare le sorti di uno stabilimento che è da tempo in sofferenza anche per le politiche di internalizzazione avviate dai vertici di Stellantis. In questo contesto, la produzione della nuova Jeep Compass e degli altri modelli annunciati nelle scorse settimane da Tavares potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno non solo per gli operai in servizio in fabbrica, ma anche per il personale delle tante aziende dell’indotto.
Le parole di Chiorazzo
Si spiegano così le aspettative dei sindacati e delle forze politiche. La Fiom Cgil chiederà maggiore chiarezza sulle produzioni che si dovranno fare a Melfi, partendo dal piano industriale che fu presentato l’anno scorso. «L’annuncio di una nuova ibrida che si dovrà produrre a Melfi, infatti, era già prevista – fanno sapere dalla Fiom Cgil – Confermiamo tutte le preoccupazioni sui volumi e sulla tenuta produttiva e occupazionale dello stabilimento di Melfi e dell’indotto. Chiederemo chiarezza sul piano industriale, sui modelli da produrre e sui volumi».