Nessun veto su accordi elettorali con Movimento Cinque Stelle e Terzo Polo, ma a patto che il Pd non agisca «in condizioni di debolezza e di subalternità». Stefano Bonaccini dimostra di avere le idee chiare sulle future alleanze del partito di cui punta a diventare segretario nazionale. Da Bari e da Matera, tappe del suo secondo tour in Puglia, il presidente dell’Emilia-Romagna fa sapere che gli accorsi «non si fanno a tavolino per battere gli avversari, ma sui programmi». Poi, affiancato da deputato Marco Lacarra e dal sindaco barese Antonio Decaro, lancia un monito al M5s: «Vedo che si occupa molto di noi, ma penso che dovrebbe occuparsi di più di fare opposizione al governo Meloni. Avremo adesso una bella occasione visto che anche loro criticano duramente il governo per i tagli alla sanità pubblica: con le opposizioni, a partire dal M5s, dovremmo fare una campagna nel Paese per dire che dopo il Covid, che ha mostrato il bisogno di più sanità pubblica soprattutto territoriale, non si capisce perché il governo di destra tagli proprio dove si dovrebbe investire».
Sempre caldo è il tema dell’autonomia differenziata sulla quale il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha recentemente accelerato trasmettendo il disegno di legge di attuazione al Consiglio dei ministri per la prima approvazione. Sul punto Bonaccini, già sabato sera a Lecce, era stato chiaro: se destinata ad allontanare ulteriormente Nord e Sud, l’autonomia differenziata non si farà. A Matera torna sulla questione: «Noi abbiamo detto a Calderoli di ritirare la bozza. È un po’ curioso che dica il contrario di quello che gli abbiamo chiesto», precisa Bonaccini in risposta al ministro che aveva dichiarato che «anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, così come altri esponenti del Pd, è favorevole all’autonomia differenziata». Sempre sulla riforma che dovrebbe attribuire maggiori poteri alle Regioni in determinate materie, Bonaccini chiarisce le condizioni poste dal “suo” Pd a Calderoli: l’autonomia differenziata non dovrà spaccare il Paese, dovrà escludere «materie divisive» come sanità e scuola, prevedere la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) «prima e non dopo» e passare per «una legge quadro in Parlamento».
«Altrimenti non se ne può parlare», aggiunge Bonaccini che nella sua giornata tra Puglia e Basilicata tocca anche il tema delle primarie del partito per le quali la sua avversaria Elly Schlein ha suggerito il voto online. «Inutile stare a discutere di numeri, verrà chi vorrà venire. Non siamo in un momento in cui il Pd è particolarmente attrattivo nel Paese. Ecco, se invece di discutere di regole parlassimo dei problemi dei cittadini, forse, visto che le regole ci sono, sarebbe anche più facile attrarli a venire a votare».