Il suo ultimo gesto è stato quello di auto sospendersi dalla Camera dei Deputati. Qui, Aboubakar Soumahoro ci è arrivato anche grazie ai voti ottenuti come capolista nel plurinominale Puglia-02, essendo uscito sconfitto a Modena contro la candidata del centrodestra Daniela Dondi. L’ultimo gesto compiuto da Giuseppe De Falco, il procuratore che sta indagando sulle cooperative gestite dalla suocera, è stata, invece, una nota, diffusa agli organi di stampa, in cui ha spiegato che, al centro delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza ci sono «l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, i rapporti con i dipendenti».
Stando a quanto riferito dal procuratore di Latina, gli accertamenti provengono «da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata». Ciò che gli inquirenti stanno facendo ora è proprio passare al vaglio questa «pluralità di fonti». Di chi si tratta? Innanzitutto, da chi è stato vicino al deputato di origini ivoriane negli ultimi tempi. Tra questi c’è Sambarè Soumaila, fondatore, assieme a Soumahoro, della Lega Braccianti. Soumaila, in un’intervista rilasciata alla Stampa, ha attribuito la «guerra» del ghetto di Torretta Antonacci, a Foggia, proprio alla gestione di Soumahoro. Soumaila ha poi riacceso i riflettori sulla fine fatta dai fondi, donati durante l’emergenza Covid, e gestiti da Aboubakar. Secondo quanto affermato, nel conto c’erano ben 250 mila euro, ma ne sarebbero stati spesi solo 60 mila.
Dove sono finiti tutti gli altri soldi? È la domanda legittima che ci si pone, ora. E, su questo, ha poco a che fare l’inchiesta aperta dalla Procura di Latina. Infatti, già a gennaio l’Unione sindacale di base (Usb) aveva diffuso un lungo comunicato domandandosi dove, quella pioggia di fondi, fosse finita. «Una parte di quei fondi – si legge nel comunicato – è stata spesa per acquistare alimenti poi effettivamente distribuiti. Ma dai calcoli più volte effettuati da chi ha concretamente partecipato all’organizzazione della distribuzione, risulta evidente che una larga fetta di quelle risorse non è mai arrivata a destinazione». Sono domande pesanti. Pesanti soprattutto per chi ha fondato la propria attività politica sulla presunta difesa dei più poveri braccianti.
Sono molti gli aspetti (ancora tutti da dimostrare) che la suocera e la compagna di Soumahoro dovranno ora chiarire. Le indagini vertono prevalentemente su due aspetti, l’utilizzo dei fondi pubblici e le condizioni di vita dei migranti. La credibilità sembrerebbe ormai, bruciata. Mentre si alzavano le voci dei migranti vicini a lady e suocera Soumahoro, hanno fatto il giro del web le foto della moglie del deputato autosospeso, Liliane Murekatete, ritratta con gioielli costosi e borse griffate. Tutto lecito ma forse poco consono a ciò che Soumahoro aveva promesso di rappresentare in Parlamento. E se, sui fondi chiarirà la Magistratura, per il resto l’opinione pubblica ha già parlato.